“Ho visto i tiranti spezzarsi contemporaneamente, poi sono caduti sulla carreggiata, l’hanno fatta salire in alto e dopo si e’ spezzata la campata”. A parlare e’ Maria Marangolo, infermiera della Asl genovese, che la mattina del 14 agosto si trovava in via Fillak, a una fermata dell’autobus, e ha assistito al momento al crollo di ponte Morandi. “Erano le 11,36, perche’ ho ancora il messaggio di richiesta di aiuto che ho inviato a un amico, ed era di un minuto piu’ tardi”, spiega la donna.La donna e’ intenzionata a testimoniare, se ce ne sara’ bisogno, anche di fronte ai magistrati. “Mi sono decisa a raccontare anche se ero shoccata – afferma – perche’ le vittime meritano che sia fatta luce su quanto successo, ho sentito tante versioni in queste ore ma alcune non corrispondono alla verita'”. La donna aveva appena smontato dal turno di lavoro e aveva cercato riparo dalla pioggia sotto la pensilina della fermata del bus. “Stavo guardando in alto, proprio verso il ponte, nel momento in cui e’ successa la tragedia. Tutto sara’ durato al massimo 15 secondi”.
La procura ha sequestrato i due tronconi del viadotto Morandi rimasti in piedi a levante e a ponente del tratto crollato. L’attivita’ investigativa comincia a svilupparsi. Verranno studiate anche le macerie spostate via via in un deposito della municipalizzata dei rifiuti Amiu a Campi. Sono state fotografate, catalogate e poste sotto sequestro. Al momento il fascicolo aperto in procura per attentato colposo alla sicurezza dei trasporti, omicidio colposo plurimo e disastro colposo resta contro ignoti. Il lavoro dei consulenti della procura partira’ dall’analisi delle condizioni degli stralli della campata centrale del viadotto il lavoro dei consulenti della procura di Genova che da questa mattina sono al lavoro per capire le cause del disastro di martedi’ mattina che ha causato la morte di 38 persone, quelle finora accertate. Secondo alcuni testimoni intervistati da tv e quotidiani sarebbe stato uno dei due tiranti della campata a cedere facendo collassare quello opposto. Tra loro il medico dell’ospedale Villa Scassi di Genova Valentina Galbusera che quella mattina si trovava sul ponte e ha spiegato: “Ero sul ponte e ho visto 300 metri davanti a me crollare la bretella, quella a monte e’ crollata sul ponte e quella a valle e’ crollata a valle. Poi il ponte ha cominciato a vibrare come fosse un terremoto”. Anche Antonio Brencich, docente dell’universita’ di Genova e membro della commissione dei Trasporti e delle Infrastrutture che deve accertare le cause del crollo, intervistato questa mattina nel corso di un sopralluogo ha definito la rottura di uno strallo “un’ipotesi di lavoro seria”. I testimoni oculari del disastro saranno ascoltati nei prossimi giorni dagli investigatori della squadra mobile coordinati dal dirigente Marco Cali’ che ha ricevuto dai sostituti procuratori Walter Cotugno e Massimo Terrile la delega alle indagini. Al primo gruppo della Guardia di finanza invece e’ stato affidato il compito di procedere ai sequestri e alle acquisizioni documentali presso Autostrade per l’Italia: concessioni, contratti, bandi di gara e documenti relativi alle manutenzione del ponte crollato. La polizia stradale invece ha acquisito le immagini delle telecamere dell’autostrada che si trovano ai due lati del ponte, ma le immagini secondo fonti della Procura sono tutt’altro che nitide a causa della pioggia battente che limitava fortemente la visibilita’ al momento del crollo. Il lavoro degli ingegneri Pier Giorgio Malerba e Renato Buratti – questi i nomi dei due periti nominati dalla Procura – e’ cominciato con un primo sopralluogo sul luogo del disastro.
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