“Oramai la corruzione è arrivata ai vertici della gerarchia della Chiesa. Non nutro rancori, voglio solo che la verità emerga”. Lo dice mons. Carlo Maria Viganò l’ex nunzio a Washington che è arrivato a chiedere le dimissioni del Papa, parlando ad Aldo Maria Valli da un rifugio segreto. A quanti sostengono che sarebbe animato da rancori personali nei confronti del Pontefice, Viganò replica: “Forse perché sono ingenuo e portato a pensare sempre il bene per le persone, ma soprattutto riconosco che è un dono che mi ha fatto il Signore, non ho mai avuto sentimenti di vendetta o di rancore in tutti questi anni in cui sono stato messo alla prova da tante calunnie e falsità sul mio conto”. “Come ho scritto all’inizio della mia testimonianza, – dice ancora Viganò – avevo sempre creduto che la gerarchia della Chiesa avrebbe trovato in se stessa le risorse per sanare tanta corruzione. Lo scrissi anche nella mia lettera ai tre cardinali incaricati da Papa Benedetto di indagare sul caso Vatileaks, lettera che accompagnava il rapporto che consegnai loro: ‘”Molti di voi – scrissi – sapevate, ma avete taciuto. Almeno ora che avete avuto questo incarico da Benedetto abbiate il coraggio di riportare con fedeltà quanto vi è stato rivelato di tante situazioni di corruzione'”.
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