Scafati. Camorristi condannati per voto di scambio e corruzione elettorale: il Comune non chiede il risarcimento danni per conto dei cittadini di Scafati. E’ stata vana la costituzione di parte civile nel processo che si è celebrato con rito abbreviato dinanzi al Gup Emiliana Ascoli del Tribunale di Salerno, nei confronti di Alfonso Loreto, Gennaro e Luigi Ridosso. L’avvocato, designato dalla commissione prefettizia che regge le sorti del Comune di Scafati dopo lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche, non ha presentato le proprie conclusioni nella fase di discussioni decretando – secondo l’orientamento della Corte di Cassazione, richiamato dal giudice nella motivazione – una revoca tacita della propria costituzione. Non pagheranno, dunque, nessun risarcimento i primi tre imputati condannati per corruzione elettorale e scambio di voto, oltre che violenza privata aggravata dal metodo mafioso. Il giudice per le udienze preliminari nel dispositivo di sentenza ha riconosciuto il risarcimento del danno per le altre parti civili costituite, gli imprenditori Aniello e Fabio Longobardi e per la giornalista Valeria Cozzolino, escludendo il Commissario straordinario del Comune di Scafati. “Nessuna pronuncia, poi, in ordine alla richiesta inoltrata dal Comune di Scafati – scrive il giudice nella sua sentenza – in persona del commissario straordinario, con la costituzione di parte civile, atteso che, ai sensi degli artt. 82 comma II e 523 II Cpp la mancata presentazione delle conclusioni scritte configura la revoca tacita della costituzione in giudizio in quanto, trattandosi di pretesa civilistica, è necessario acquisire processualmente, con stabile documentazione, le precise richieste della parte”.
Tacita revoca della costituzione, dunque, e nessuna possibilità di chiedere i danni – anche di immagine – per i cittadini scafatesi, costretti a subire l’onta dello scioglimento per infiltrazioni camorristiche del consiglio comunale per il patto scellerato che secondo l’accusa esisteva tra l’ex sindaco di Scafati Angelo Pasqualino Aliberti, familiari e fedelissimi, e il clan Loreto-Ridosso. Seppure simbolica, la richiesta di risarcimento danni ai tre pregiudicati sarebbe stata un ottimo segnale di ripristinata legalità nell’ambito dell’amministrazione pubblica. Occasione mancata per la commissione straordinaria che pure si era costituita parte civile. Bisognerà capire cosa è accaduto nelle fasi finali del processo e sperare che sia stato solo un ingenuo, seppur grave, errore di distrazione.
Rosaria Federico
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