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Camorra, la Dda: ‘Pasquale Scotti Non ha detto cose utili’, chiesta la revoca della protezione

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Napoli. Due anni dopo il suo pentimento la Dda di Napoli ha chiesto la revoca del programma di protezione del famigerato boss cutoliano Pasquale Scotti,  Pasqualino o’ collier, latitante per per 30 anni e arrestato in Brasile nel 2016. L’ex braccio destro di Raffaele Cutolo, e conoscitore di grandi segreti di quegli anni bui che riguardano anche il coinvolgimento di apparati deviati dello Stato, non avrebbe fornito agli magistrati quegli elementi probatori utili da essere portati nei processi e sostenere le accuse. Il pm della Dda, Ida Teresi, come riporta Il Mattino, ha inviato una lettera alla commissione centrale del Ministero dell’Interno, l’organo che sovrintende alla gestione dei collaboratori di giustizia, per ottenere la revoca del programma di protezione. Scotti comunque potrà  rivolgersi al Tar, attraverso il suo legale, con un ricorso finalizzato ad ottenere, sul piano puramente amministrativo, il mantenimento del suo status. Al momento va considerato come un dichiarante, un detenuto in regime differenziato, ma non più un pentito. naturalmente la Dda potrà utilizzare le sue confessioni nei vari processi che andrebbero ad incardinarsi. Chi si aspettava delle importanti novità in merito all’omicidio dell’ex capo della Squadra Mobile di Napoli, Antonio Ammaturo ucciso insieme al suo agente Pasquale Paola, il 15 luglio del 1982, ma anche sulla trattativa tra la camorra, le brigate rosse e lo Stato per la liberazione dell’assessore regionale  della Campania, il democristiano Ciro Cirillo, (morto nel luglio del 2017)dopo un riscatto versato alle stesse br, è rimasto deluso. Scotti quindi con i suoi 30 anni di latitanza trascorsi in Brasile con una nuova identità e con una nuova vita da imprenditore con moglie e figli sembra aver “dimenticato” molto del suo passato e per questo che per la Dda di Napoli non può più considerarsi un pentito.

PUBBLICITA

 


Articolo pubblicato il giorno 5 Agosto 2018 - 07:52

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