“Ogni prostituta paga 250 euro al mese. La quota si paga in due rate. La prima il 10 del mese e la seconda il 25. Chi non paga viene massacrata di botte. Ma non solo. Gli uomini del clan passano ogni sera e pretendono 10 euro da ogni ragazza. Anche qui, chi non paga e’ costretta ad allontanarsi dal posto”. A parlare e’ una donna di 30, albanese, che in Italia e’ dal 2013. Fa la prostituta, vende il suo corpo tra “via Brin e via delle Repubbliche Marinare” e le sue dichiarazioni hanno aiutato le forze dell’ordine a ricostruire il ‘sistema’ usato da un gruppo di cui faceva parte Francesco Mazzarella junior, il figlio incensurato del boss Vincenzo Mazzarella che a Napoli riscuoteva il ‘pizzo’ a chi si prostituisce nella zona Est della citta’, soprattutto a trans. Nove le misure cautelari arrivate dopo una indagine di carabinieri che mostra come anche 5 transessuali chiedevano la tangente, 30 euro al giorno, a chi come loro si prostituiva in strada. “Ho conosciuto Daniele Noviello (uno degli arrestati, ndr.) con il quale ho avuto una relazione per quattro mesi – racconta la ragazza albanese – lui si faceva chiamare Tony e si vantava di essere dei Mazzarella. Una sera quando sono andato da lui a Poggioreale, in stanza ho visto che c’erano due pistole”. “Ho saputo il suo vero nome aprendo il portafogli e guardano la carta d’identita’. Sapevo che era sposato ma non andava d’accordo con la moglie”, aggiunge. Oltre alle sue dichiarazioni i carabinieri hanno ascoltato decine di telefonate con le quali hanno ricostruito anche il sistema con il quale Annalisa Improta, detta Lisa, chiedeva i soldi alle trans. La chiamavamo “mamma”, ma in caso di mancato pagamento, faceva partire la spedizione punitiva. Mamma Lisa, sorella di Giovanni Improta detto “provolone” autista del boss Vincenzo Mazzarella, ucciso venti anni fa nella guerra di camorra a san Giovanni a Teduccio ogni sera faceva i giri con la sua auto fino a notte fonda. Prelevava 30 euro da ognuna della trans sua vecchie colleghe di lavoro. Lei quando era maschio si chiamava Luigi. Ha un’altra sorella trans, Lina, attualmente in carcere per usura.
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