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Venti anni di carcere al finanziere corrotto che coprì la latitanza del boss della Vanella-Grassi.TUTTE LE RICHIESTE

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Venti anni di carcere per il finanziere infedele Claudio Auricchio, detto o’ russo, al servizio dell’ex reggente del clan della Vanella-Grassi, Antonio Mennetta detto er nino. Per lui invece 12 anni di carcere. Sono queste due delle richieste di condanne che la Dda di Napoli ha avanzato ieri nell’ambito del processo che vende imputati 16 esponenti del clan di Secondigliano, il finanziere corrotto , il cognato e un suo amico di Pompei. Tutti legati e sulla busta paga del boss Mennetta, arrestato alla periferia di Scafati il 4 gennaio del 2013. la pubblica accusa ha chiesto anche 18 anni di carcere per Aniello Apredda, 10 anni per Luigi Noceroni, cognato del finanziere Auricchio. Stessa richiesta per Bruno Franzese, Antonio Tarantino, e Salvatore Luongo e Salvatore Marfella di Pianura. Nove anni invece sono stati chiesti per Nicola Fruguglietti. Pene decisamente inferiori per gli altri: 4 anni e 8 mesi per Tullio Emmauso, 4 anni e sei mesi invece per Sebastiano vecchione, 3 anni per Carmine Sabatino e Daniele Granata, due anni per Vincenzo Tufano di Pompei amico e complice di Auricchio nel coprire la latitanza di Mennetta; e ancora un anno di carcere è la richiesta per Marco Mollo. Infine i due collaboratori di giustizia. Quattro anni e 10 mesi di carcere è la richiesta per Rosario Guarino “Joe Banana”, anch’egli ex reggente della Vanella-Grassi e Pasquale Pesce e’ bianchina ex  capo camorra di Pianura.

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I reati contestati agli imputati sono, a vario titolo, associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di armi, favoreggiamento ed estorsioni.​L’indagine ha accertato le responsabilità di capi, promotori e affiliati dei due clan ricostruendone gli interessi criminali, con particolare riferimento al traffico di droga, ma anche un ampio giro di furti d’auto e conseguenti estorsioni attraverso la tecnica cosiddetta del cavallo di ritorno.  Viene ricostruita inoltre l’operatività dei clan a partire dal 2012, quando dopo la definitiva scissione dai Di Lauro avvenuta nel 2007, il gruppo della Vanella Grassi si era nel tempo affermato sempre più sugli scenari di Secondigliano e Scampia, stringendo alleanze con i Marino e Leonardi e dando vita allo scontro armato con gli Abete-Abbinante-Notturno, meglio noto come “terza faida di Scampia”. Nell’ambito delle indagini è stato accertato il coinvolgimento in un tentativo di omicidio  da parte di Claudio Auricchio, finanziere “infedele” con il grado di appuntato scelto, ai danni di Giovanni Esposito detto “‘o muort”. Auricchio era all’epoca in forza al Gruppo Pronto impiego di Napoli ed è attualmente sospeso dal servizio. E’ emerso anche che, oltre ad essere stato tra i soggetti più vicini ad Antonio Mennetta, boss reggente della Vanella Grassi (arrestato dalla Squadra Mobile di Napoli il 4 gennaio 2013), durante il suo periodo di latitanza, Auricchio era coinvolto nel traffico di sostanze stupefacenti gestito dall’organizzazione della Vanella Grassi, intessendo tra l’altro diretti rapporti anche con figure apicali del clan Di Lauro.


Articolo pubblicato il giorno 21 Luglio 2018 - 08:07

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