La Federconsumatori depositera’ la prossima settimana presso il Tribunale di NAPOLI un ricorso contro l’Azienda ospedaliera ‘Dei Colli’ ”per comportamento scorretto in danno dell’utenza pediatrica del Centro Trapianti dell’ospedale Monaldi”, attualmente chiuso. ”Non e’ piu’ possibile – ha affermato il presidente nazionale di Federconsumatori, Sergio Veroli – che i bambini non possano essere operati e che debbano essere sistemati nel reparto di cardiochirurgia adulti. E’ necessario che il Centro pediatrico e il reparto di cardiochirurgia pediatrica riprendano a funzionare, che tornino a essere un’eccellenza come e’ stato in passato. Viste le inadempienze dell’Azienda ospedaliera – ha sottolineato – ci rivolgiamo al giudice confidando che le istituzioni si facciano sentire e che siano date risposte ai bambini e alle loro famiglie”. Al ricorso sta lavorando gratuitamente l’avvocato Carlo Spirito mentre l’associazione e i componenti del Comitato genitori bimbi trapiantati del Monaldi si autotasseranno per il pagamento delle spese vive. Tre, come spiegato da Spirito, i punti su cui poggia il ricorso: l’arbitraria sospensione dell’attivita’ trapiantologica pediatrica da parte del Monaldi; l’organizzazione per cui bambini di eta’ superiore ai 9 anni siano sistemati nel reparto per gli adulti; l’assenza di percorsi diagnostico terapeutici validati da parte dell’Azienda elemento che – secondo il legale – ”mina alla base tutto il processo di assistenza”. L’annuncio dell’azione legale arriva a tre giorni dalla visita del ministro della Salute, Giulia Grillo, al Monaldi dove ha incontrato anche una delegazione del Comitato genitori. ”Il ministro – ha riferito Dafne Palmieri, portavoce del Comitato – conosceva la situazione e ci ha rassicurato rispetto alla sua volonta’ di voler risolvere il problema con la collaborazione di tutti, ma a prescindere dalle soluzioni che sono certa saranno trovate, noi genitori riteniamo che l’Azienda ha procurato un danno, non solo a chi purtroppo non c’e’ piu’, non adempiendo alla sua mission. In questi quattro anni – ha proseguito – noi non abbiamo mai puntato il dito contro i singoli, ma abbiamo sempre posto il tema della dimensione organizzativa, questione rispetto alla quale l’Azienda ha avuto tutto il tempo per organizzarsi e adempiere alla sua funzione”. Un problema quello della chiusura del reparto di cardiochirurgia pediatrica con cui ha fatto i conti anche la piccola Imma ricoverata nel mese di gennaio. ”Mia figlia – ha raccontato il papa’ Michele – ha solo 13 anni, e’ anche disabile, ed ha dovuto condividere la stanza con una signora anziana. Non e’ accettabile e non e’ umano che dei bambini, che gia’ soffrono, siano sistemati in questo modo. Gli ospedali dovrebbero lenire i disagi, fornire una sistemazione adeguata, essere piu’ umani soprattutto quando si parla di bambini. Tutto questo e’ inaccettabile”.
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