La gioia per il ritrovamento dei 12 ragazzi thailandesi dispersi da dieci giorni lascia il posto alla speranza, alle preoccupazioni di poterli riportare a casa nel più breve tempo possibile. I calciatori si erano addentrati nel ventre della terra accompagnati dal loro allenatore 25enne malgrado l’accesso alla grotta è vietato durante il periodo delle piogge monsoniche per il pericolo d’ allagamento. L’acqua ha sorpreso il gruppo durante l’esplorazione bloccandoli a 400 metri di profondità in una zona asciutta. Alle ricerche hanno partecipato soccorritori provenienti da tutto il mondo e grazie alla tenacia di questi uomini sono stati ritrovati: stremati dalla fame e dal freddo sono tutti vivi. Lunga oltre dieci chilometri la grotta ha cunicoli pieni di fango e acqua nei quali i sub si sono immersi impiegando circa sei ore per arrivare al punto dove sono stati trovati i ragazzi. Il percorso dovrebbe essere lo stesso fatto per riportali in superfice ma non è semplice. I tempi stimati parlano di quattro mesi. Un periodo lunghissimo considerando la situazione logistica. Ad intralciare il tutto sono i monsoni ma al vaglio dei soccorsi ci sono altre ipotesi tra queste
quella di un buco dall’alto con una trivella, ma il terreno è friabile e potrebbe esserci un crollo. Nella grotta viene pompata aria, oggi infermieri e medici raggiungeranno il gruppo. L’unica soluzione resta per il momento insegnare ai bambini a nuotare e a immergersi con le bombole. Un una corsa contro il tempo che si stà cercando di vincere per conquistare la libertà.
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