Un ex ufficiale della Navy Seal, l’unità di sub della Marina thailandese, è morto per la percentuale di aria estremamente ridotta dalla presenza umana che ha reso letale il suo passaggio dalla ex Pattaya beach – dove attualmente fanno base fissa i 13 sopravvissuti e 10 altri sub con il medico – fino alla grotta dei sommozzatori nella Stanza nr 3. Si chiamava Saman Kuman e aveva 38 anni, un uomo che secondo i suoi superiori ha dato il massimo fin dall’inizio del dramma che continua a tenere con il fiato sospeso non solo la Thailandia ma il mondo intero.
Il pericolo segnalato nei giorni scorsi di una pericolosa riduzione dell’ossigeno all’interno della nicchia sotterranea dove lunedì sono stati ritrovati i 12 ragazzi thai e il loro allenatore è costato la prima vittima di questa brutta avventura cominciata il 23 giugno con la scomparsa dei ragazzi.
Ieri erano già arrivati altri due sub inglesi di compagnie private e altri tre ne stanno per arrivare oggi, tutti specializzati in salvataggi delle persone intrappolate in altri luoghi difficili del pianeta come quello delle grotte a nord della Thailandia sul confine birmano dove si trovano i giovani calciatori dell’Accademia dei cinghiali di Mae Sai. La loro convocazione era legata alle speranze che i ragazzi potessere aver già ripreso forze per affrontare il difficile passaggio nel punto esatto dove sarebbe morto il sub Saman, ma a questo punto tutto è incerto e nessuno se la sente di garantire che qualcuno, anche esperto come i sub britannici, potrà aiutarli a uscire fuori in tempo prima delle niuove piogge torrenziali previste da domani.
Già oggi rispetto a ieri il cielo si è coperto e basterà un aumento dell’umidità dell’aria per far cominciare le precipitazioni nel sistema di cumuli che ricopre tutta la cime delle montagne dove si trovano le grotte, con il punto più alto a oltre 1300 metri. A meno del miracolo del ritrovamento di passaggi dall’alto che portino direttamente a Nern Nom Sao (il punto vicino a Pattaya beach dove si trovano 23 persone tra ragazzi e soccorritori), l’eventualità di una lunghissima attesa nel ventre del parco foresta di Khun Nam Nan Nong è ormai più che un’ipotesi.I tecnici e gli operai al lavoro all’esterno delle grotte hanno già iniziato a preparare gli allacci della corrente per portare dei tubi che possano pompare dentro ossigeno nelle grotte così da garantirne un livello sufficiente per la prolungata e triste attesa di un lento salvataggio che sta già costando vite umane e una cifra incalcolabile in apparecchiature e personale.
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