Scafati. Pompe funebri: interdittiva antimafia per le due imprese coinvolte nello scandalo del Comune di Scafati. Stop ai funerali per l’Eternità srl e la Servizi funebri srl. A deciderlo la Prefettura di Salerno che ha emesso un’informazione interdittiva antimafia alle due imprese di pompe funebri ritenute contigue alla criminalità organizzata. L’Eternità, gestito dalla famiglia Aquino di Boscoreale e di fatto intestata a Giuseppina Ametrano, la società – secondo gli inquirenti – è riconducibile al clan Matrone capeggiato da Franchino ‘a belva e dal figlio Michele – la Servizi Funebri srl della famiglia Cesarano, ritenuta vicina al clan D’Alessandro di Castellammare per un’indagine che ha portato al processo per favoreggiamento aggravato dal metodo mafioso nei confronti di un esponente della cosca di Scanzano, il procedimento pende in primo grado
A notificare l’informazione interdittiva emessa dalla Prefettura la Polizia municipale di Scafati, guidata da Giovanni Forgione. Il Prefetto ha agito sulla scorta della relazione della Dia sezione di Salerno nell’ambito dell’operazione ‘Sarastra’ che ha indagato dal 2014 al 2016 sulle connivenze tra politica e camorra nel comune salernitano. Alle indagini degli uomini guidati dal colonnello Giulio Pini e dal capitano Fausto Iannaccone si sono aggiunti gli approfondimenti amministrativi della Commissione di accesso che si è insediata al Comune di Scafati nel marzo del 2016. L’inchiesta ha portato poi allo scioglimento del consiglio comunale di Scafati il 27 gennaio del 2017, guidato dall’ex sindaco Angelo Pasqualino Aliberti di Forza Italia. L’interdittiva antimafia è stata emessa a carico delle due imprese di pompe funebri che – nell’ambito delle indagini – avrebbero omesso di pagare i tributi per l’affissione dei manifesti funebri, alla Geset, la società che gestisce il servizio per conto del Comune di Scafati. Il mancato versamento dei tributi e il caos dei tabelloni pubblicitari per le imprese funebri era stato anche un capitolo della relazione della commissione di accesso, fatto proprio dalla Prefettura, e vagliato dal Consiglio dei Ministri che aveva decretato lo scioglimento. Da questo capitolo di inchiesta è scaturito un processo a carico dell’ex sindaco Angelo Pasqualino Aliberti, attualmente detenuto in carcere per scambio di voto politico-mafioso con esponenti del clan Ridosso-Loreto, l’ex staffista Giovanni Cozzolino, il dirigente dei servizi finanziari Giacomo Cacchione e i responsabili delle imprese, Giuseppina Ametrano per l’Eternità, Alfonso e Catello Cesarano per la Servizi funebri e l’ingegnere addetto alla manutenzione per il Comune di Scafati, Nicola Fienga, tutti accusati in concorso per abuso d’ufficio commesso con l’aggravante del metodo mafioso, finalizzato a favorire l’operatività delle due ditte di onoranze funebri, ritenute diretta espressione della locale criminalità organizzata. Entrambe le imprese funebri sono state bloccate dalla Prefettura e potranno fare ricorso amministrativo contro il provvedimento, nel frattempo i loro servizi sono sospesi. Resta da capire da chi potrà essere svolto il servizio in città, dopo il blocco dei servizi per le due imprese concorrenti.
Rosaria Federico
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