Prosegue a Salerno il processo a carico del’ex sindaco di Salerno, attuale ‘governatore’ della Campania, Vincenzo De Luca e di altre 26 persone, tra cui i componenti della giunta comunale di Salerno nell’anno 2010, imprenditori e tecnici comunali. L’accusa per De Luca e’ di falso in atto pubblico per quanto riguarda l’inchiesta riguardante la costruzione di piazza della Liberta’, dinanzi all’edificio Crescent, sulla cui realizzazione e’ in corso un altro processo penale. Oltre all’ex primo cittadino, rispondono di falso in atto pubblico i componenti della giunta comunale che il 16 febbraio 2011 approvo’ la variante per i lavori della piazza. Stamane, davanti al collegio della prima sezione penale (presidente Montefusco) e’ stato ascoltato in qualita’ di teste un luogotenente della Guardia di Finanza che, insieme con altri, ha svolto le indagini coordinate dai pm Guglielmo Valenti e Antonio Cantarella. L’avvocato del ‘governatore’, Andrea Castaldo del foro di Napoli, ha posto alcune domande al militare delle Fiamme gialle in riferimento al contenuto di alcune intercettazioni ambientali che avrebbe svolto durante le investigazioni. La procura contesta a De Luca, agli altri otto esponenti della Giunta comunale e a tre tecnici comunali la falsita’ della delibera con cui fu approvata la variante. Nello specifico, le dodici persone, dopo che la direzione dei lavori e il responsabile unico del procedimento avevano dato atto dell’esistenza di una situazione di “sorpresa geologica” che richiedeva l’approvazione della variante, avrebbero attestato falsamente “la necessita’ di apportare variazioni alle opere appaltate”. La direzione dei lavori, dal canto suo, sosteneva la necessita’ di quell’intervento in quanto era necessaria una impermeabilizzazione delle strutture interrate e bisognava introdurre un sistema di riduzione velocita’ dello smaltimento delle acque di falda. Tuttavia, l’accusa contesta il fatto che l’impermeabilizzazione con il sistema ‘Drytech’ era gia’ in esecuzione dal dicembre 2009 e la demolizione dei trovanti sotto il piano di campagna era gia’ stata ultimata prima dell’approvazione della variante. In buona sostanza, si tratta, secondo l’ufficio inquirente, di una sanatoria successiva a lavori gia’ eseguiti e, dunque, non consentita. Nella fase delle indagini, la procura salernitana volle fare luce su quella variante di oltre otto milioni di euro in favore della “Esa costruzioni”, la ditta che era gia’ impegna nei lavori della grande piazza sul mare.
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