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Presi gli altri componenti della banda di ladri che depredava chiese e negozi nel Salernitano

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Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Comando Compagnia di Vallo della Lucania, con l’ausilio dei militari del Comando Provinciale di Cosenza, hanno dato esecuzione in Cosenza e Corigliano Calabro, alla ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di_ Vallo della Lucania (SA) – nei confronti di 5 cittadini romeni e 2 di nazionalità italiana, ritenuti tutti a vario titolo responsabili, in concorso tra loro, di “associazione per delinquere “. I restanti 2 soggetti anch’essi di nazionalità romena e destinatari di provvedimenti restrittivi in carcere risultano irreperibili sul territorio nazionale. Nei confronti di tutti gli indagati è stata applicata, conformemente alla richiesta di questo ufficio la misura della custodia cautelare in carcere.
I provvedimenti, scaturiscono da una tempestiva indagine – condotta dalla Compagnia di Vallo della Lucania- avviata in seguito al furto aggravato di monili in oro avvenuto nella notte del 1 febbraio 2017 all’interno della cattedrale di San Pantaleone in Vallo della Lucania, per il quale sono state già eseguite altre 7 misure cautelari in carcere il 21 febbraio 2017 ed il 29 giugno 2017 è stata recuperata parte della refurtiva. Tutti, pluripregiudicati, al fine di commettere una serie indeterminata di delitti contro il patrimonio, programmavano furti pluriaggravati soprattutto ai danni di esercizi commerciali, quali bar, rivendite di tabacchi, sale giochi, dandosi stabile organizzazione, con accurata ripartizione di compiti e dotazione di mezzi ed operando nei territori di Campania e Calabria (in Diamante(CS), Belvedere Marittimo(CS}, Fuscaldo(CS), Cassano lo lonio(CS), Lioni (AV), Mondragone(CE), Morra de Sanctis(A V), Saracena(CS) dal settembre 2016 al febbraio 2017).
Le attività tecniche hanno consentito di: ricostruire la dinamica degli eventi e individuare gli indagati quali autori di almeno 10 episodi di furti, accertare la presenza degli stessi sui luoghi del delitto, attraverso l’analisi dei dati relativi al traffico telefonico rilevato nella suddette località.Rintracciare in Italia i destinatari delle misure cautelari.


Articolo pubblicato il giorno 18 Luglio 2018 - 12:37

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