Scafati. Politica & camorra a Scafati: è valido l’incidente probatorio nel quale sono stati sentiti i super testi Aniello Longobardi e Raffaele Lupo, ma sono inutilizzabili, nei confronti dell’ex sindaco Angelo Pasqualino Aliberti, tutti gli atti di indagine successivi al 10 settembre del 2015 per la mancata proroga da parte del pm. Entrano nel processo i legami dei coniugi Aliberti con Cosentino, Sommese, Cesaro e Zagaria. E’ questo il nocciolo delle decisioni assunte dai giudici del primo collegio del Tribunale di Nocera Inferiore – presidente Raffaele Donnarumma, a latere Palumbo-Noschese – sciogliendo le riserve nel processo in cui sono imputati l’ex primo cittadino di Scafati, il fratello Nello Maurizio Aliberti, la moglie Monica Paolino, l’ex staffista Giovanni Cozzolino, l’ex consigliere comunale Roberto Barchiesi, l’ex vice presidente dell’Acse Ciro Petrucci e Andrea Ridosso. Stamane i giudici hanno reso noto le decisioni assunte in camera di consiglio, rispetto alle eccezioni sollevate dalla difesa degli imputati ed hanno dichiarato l’apertura del dibattimento con l’ammissione delle prove. I due testimoni Longobardi e Lupo, già sentiti in sede di incidente probatorio, sono stati esclusi – come ha chiesto in aula il pm della Dda Vincenzo Montemurro – dalla lista testi dell’ex sindaco Aliberti. Potrebbero essere sentiti, alla fine del processo, nel caso emergessero circostanze rilevati e nuove sulle quali testimoniare. La pubblica accusa nel corso delle richieste di ammissione delle prove ha prodotto nuovi documenti da inserire nel fascicolo del processo e in particolare – oltre alle intercettazioni e relative trascrizioni disposte dalla Procura di Torre Annunziata nell’ambito di un procedimento parallelo – i verbali dei documenti sequestrati a casa e negli uffici della Max service di Nello Maurizio Aliberti, presso le abitazioni di Roberto Barchiesi, Raffaele Lupo, Ciro Petrucci, Giovanni Cozzolino e Filippo Sansone. Inoltre, entrerà nel dibattimento la corrispondenza sequestrata in cella a Luigi Ridosso e indirizzata al fratello Andrea, imputato nel processo. Oggetto di discussione nel processo anche la documentazione sequestrata al consigliere regionale Monica Paolino relativa ai rapporti con l’ex assessore Pasquale Sommese, poi arrestato nell’ambito di un’inchiesta sugli appalti truccati, e un’agenda nella quale era fissato un appuntamento al bar Alba con Andrea Ridosso. Per quanto riguarda l’ex primo cittadino, la Procura ha chiesto e ottenuto che venga inserito nel fascicolo del dibattimento una cartellina dal titolo ‘compensi Aliberti’ e una rubrica telefonica sequestrata all’ex sindaco con numerosi numeri di telefono tra questi quelli degli onorevoli Armando Cesaro e Nicola Cosentino e Fortunato Zagaria (ex sindaco di Casapesenna). Insieme a questa documentazione anche il curriculum di Andrea Ridosso, sequestrato all’ex sindaco nel corso di una perquisizione del personale della sezione Dia di Salerno, entrerà nel processo. Agli atti anche numerose informative della Direzione investigativa antimafia e gli atti relativi all’impresa funebre L’Eternità e alla coperativa sociale Sofia
L’accusa, inoltre, nel corso dell’udienza aveva chiesto i giudici l’inammissibilità di alcuni testimoni della difesa di Aliberti tra i quali figurano l’ex consigliere comunale Cristoforo Salvati, don Salvatore Bianco Antonio Fogliame ex assessore, il commercialista Matteo Cannavacciuolo. I difensori degli imputati hanno insistito per l’ammissione dei testi e i giudici hanno escluso solo Longobardi e Lupo già ascoltati nella fase preliminare del processo attraverso le forme dell’incidente probatorio, ammettendo l’ingresso di tutta la nuova documentazione prodotta dalla pubblica accusa. I difensori si sono riservati di produrre nuovi documenti nel corso del dibattimento. Il processo entrerà nel vivo già a partire da lunedì prossimo quando il pm Montemurro sentirà il primo testimone: il colonnello della Dia Giulio Pini che introdurrà gli sviluppi investigativi che hanno portato al processo in corso, in cui gli imputati sono accusati in concorso per scambio di voto politico-mafioso.
Anche stamane, l’ex sindaco – detenuto nel carcere di Salerno – è stato portato in aula dalla polizia penitenziaria, per seguire il processo, assenti solo Petrucci e Barchiesi.
Rosaria Federico
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