Franco Pepe concede il bis e la sua ‘Pepe in Grani’ si conferma la migliore pizzeria d’Italia e del mondo. Il locale del maestro pizzaiolo di Caiazzo in provincia di Caserta, già sul gradino più alto del podio nel 2017, si aggiudica, infatti, la prima piazza anche nella nuova edizione di ’50 Top Pizza’, la prima guida on line di settore firmata da Barbara Guerra e Albert Sapere, curatori del congresso Lsdm, e dal giornalista enogastronomico Luciano Pignataro. L’annuncio è stato dato ieri sera, al termine di una serata che ha visto il coinvolgimento dell’intero movimento della pizza italiana e internazionale presso il Teatro Mercadante di Napoli. Sul palco sono saliti, in ordine crescente, tutti i pizzaioli presenti, con le proprie insegne, nelle prime 50 posizioni della classifica di ’50 Top Pizza’ e per questo insigniti dei ‘5 forni’, simbolo che contrassegna il gotha della pizza mondiale. Un evento andato in scena al termine di un lungo countdown che quest’anno ha passato in rassegna, raddoppiando la cifra della scorsa edizione, ben 1.000 pizzerie da Nord a Sud dello Stivale. Sotto la lente di ingrandimento, oltre al prodotto, anche tutto ciò che a quest’ultimo ruota attorno, dal servizio all’arredamento, passando per le carte dei vini, delle birre e degli oli extravergine d’oliva. A giudicare, nel rispetto dell’anonimato e pagando il conto, 100 ispettori, coadiuvati, per la stesura del ranking finale, da una giuria di qualità composta da 20 esperti nazionali. Sul podio, al fianco di Pepe, la pizzeria ‘I Masanielli’ di Francesco Martucci (Caserta) e ’50 Kalò di Ciro Salvo’ (Napoli). Tre i maestri pizzaioli a siglare una doppietta, cioè con due pizzerie nelle prime 50: Enzo Coccia, con ‘La Notizia 94’ (in 5a posizione) e ‘La Notizia 53’ (8a), entrambe a Napoli; Gino Sorbillo, con ‘Gino Sorbillo ai Tribunali’ (6a) e ‘Lievito Madre al Duomo’ (12a), la prima a Napoli e la seconda a Milano; Stefano Callegari, con le romane ‘Sforno’ (16a) e ‘Tonda’ (22a). Netto, grazie alla presenza di 19 locali, il dominio della Campania nella top 50, seguita da lontano da Lazio, Lombardia e Toscana, a quota 5, poi Veneto ed Emilia Romagna (3), Piemonte, Abruzzo e Sicilia (2), Marche, Basilicata, Puglia e Sardegna (1). ”Una supremazia, quella della Campania, del tutto naturale e comprensibile – afferma Luciano Pignataro – dato che si tratta del luogo di nascita di un prodotto che da qui è partito alla conquista del mondo. Da sottolineare, in particolar modo, è il boom verificatosi negli ultimi anni nel casertano, territorio ormai di elezione della pizza di qualità al pari di Napoli. Ma a crescere in maniera esponenziale è l’intero movimento, testimoniato dal fatto che a essere rappresentate nella nostra top 50 sono ben 13 regioni del Paese”. A ulteriore dimostrazione di ciò, la destinazione di molti Premi Speciali, a cominciare da quello di ‘Pizzaiolo dell’anno’, assegnato al veneto Simone Padoan; 20 in totale i titoli conferiti. Grande rilievo anche per gli 8 riconoscimenti internazionali che hanno visto in lizza decine di indirizzi provenienti da 5 diversi continenti. ”Quello di selezionare le pizzerie all’estero – sottolineano Barbara Guerra e Albert Sapere – è stato un lavoro non facile, ma riteniamo fondamentale, dato la popolarità assoluta raggiunta dalla pizza, premiare chi, anche fuori dai nostri confini, propone un prodotto di alta qualità. Anche in questo caso il livello medio è in forte ascesa e i pizzaioli italiani, o di origine italiana, sebbene continuino a rappresentare un baluardo e una garanzia sotto questo punto di vista, non sono più gli unici a possedere le giuste tecniche e conoscenze. Ci sono infatti colleghi nati a milioni di chilometri dall’Italia che propongono una pizza davvero ottima. E noi non possiamo che esserne felici”.
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