“Quota 100 pura costa fino a 20 miliardi all’anno, quota 100 con 64 anni minimi di eta’ costa fino a 18 miliardi annui che si riducono a 16 alzando il requisito anagrafico a 65 anni, quota 100 con 64 anni minimi di eta’ e il mantenimento della legislazione vigente per quanto riguarda i requisiti di anzianita’ contributiva indipendenti dall’eta’ costa fino a 8 miliardi”. Lo ha affermato il presidente dell’Inps Tito Boeri, nel corso della presentazione della Relazione annuale dell’Inpa alla Camera. Ripristinando le pensioni di anzianita’ con quota 100 – ha aggiunto – si avrebbero subito circa 750 mila pensionati in piu’. La riforma sarebbe coperta aumentando il prelievo fiscale e questo innescherebbe un circolo vizioso di riduzione dell’occupazione. “Ma siamo cosi’ sicuri – ha detto il presidente dell’Inps – che tornando indietro accontenteremmo coloro che oggi a parole chiedono l’abrogazione della legge Fornero? Sappiamo innanzitutto che tornare indietro del tutto non e’ possibile”. “Possiamo tuttavia permetterci – ha fatto notare Boeri – una maggiore flessibilita’ di quella consentita dalla riforma Fornero”, accelerando la transizione al metodo contributivo. “Tornare indietro del tutto” dalla legge Fornero “non e’ possibile”: le persone che hanno subito “gli effetti piu’ dirompenti di quella riforma” si sentirebbero “beffate, a partire dalle donne”. Cosi’ il presidente dell’Inps, Tito Boeri, nella Relazione annuale, aggiungendo come anche i costi del ripristino in toto o in parte delle pensioni di anzianita’ allora vigenti sarebbero “molto elevati”. Non solo, avverte, si innescherebbe anche un circolo vizioso che porterebbe a ridurre l’occupazione. “Possiamo tuttavia permetterci una maggiore flessibilita'”, spiega. E cio’, sottolinea, “accelerando la transizione al metodo contributivo”.
Articolo pubblicato il giorno 4 Luglio 2018 - 11:25