“Alcune persone ascoltano la metà, capiscono un quarto e raccontano il doppio” – scrive Immacolata Stabile, quarantotto anni, sul suo profilo Facebook qualche ora prima di essere ammazzata da suo marito Antonio Topa, suicida. Imma si lamentava spesso del fatto che qualcuno in famiglia parlasse male di lei con suo marito, inventava storie sul suo conto scatenando la gelosia dell’uomo già molto forte.
Un omicidio avvenuto nel silenzio assordante di un condominio di via Marsala a San Marcellino, nel quale, al momento della tragedia, era presente solo una delle inquiline. Nessun rumore, nessun segnale che potesse fare intendere una situazione così drammatica. A detta dei vicini, la coppia litigava ma non più di tutte le altre; lui si presentava come un uomo tranquillo e, apparentemente, non v’era alcuna situazione di particolare tensione che potesse far presagire un simile epilogo. Nessuno s’era accorto di nulla quindi, solo all’una della notte, quando i figli della coppia sono rientrati, si è saputo di quanto fosse accaduto nelle ore precedenti. Hanno diciotto e ventuno anni i due ragazzi, educati e tranquilli, sempre sorridenti. Biagio carpentiere come il papà e Paola da poco fidanzata, sono stati spettatori di una scena terribile. Al loro rientro in casa, dopo una serata tra amici, hanno ritrovato il corpo di Imma senza vita, strangolata dal marito a mani nude sul letto di casa e nell’altra stanza Antonio impiccato.
Un amore malato e avvelenato dai pettegolezzi che ha accecato l’uomo di cinquantuno anni istigandolo a compiere un gesto inconsulto.
“Ci sono responsabili che non pagheranno”, tuonano le amiche di Imma.
“Geloso, era geloso pazzo. Sin da quando erano fidanzati” – precisa un cugino di Antonio che non sembra stupito: “Lo sapevo che prima o poi avrebbe perso il controllo”. Eppure “La moglie era una brava donna. Le piaceva curarsi, vestirsi bene e anche questo lo irritava”. Casalinga, aiutava la famiglia accompagnando i bambini a scuola a bordo della sua Renault Scanic; le sue amiche sostengono che “Alcuni parenti passavano il tempo a infangare il nome di Imma, inventavano storie sul suo conto. Lo hanno fatto fino a ieri. Forse qualcuno ha istigato Antonio, gli ha raccontato qualcosa di falso, innescando tutto ciò”.
Un anno fa Imma querelò il marito per maltrattamenti. Ci fu un breve monitoraggio sulla coppia, periodo durante il quale, a dire degli investigatori, non è stato notato alcun comportamento violento da parte dell’uomo motivo – forse – per il quale poco tempo dopo la donna ritira la querela sostenendo di averla presentata in un momento di “stizza”. Nessuna indagine quindi, né i magistrati hanno avuto la possibilità di emettere un provvedimento restrittivo nei confronti dell’uomo.La Procura di Napoli Nord ha disposto l’esame autoptico sulle salme dei coniugi. La pista, l’unica considerata finora, è quella dell’omicidio-suicidio che ha portato all’ennesimo dramma della gelosia distruttiva.
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