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Napoli, dai filmati la verità sull’agguato mancato al figlio del boss Mazzarella

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Napoli. Che l’obiettivo dell’agguato fallito dell’altra notte in via Botteghelle al confine tra San Giorgio a Cremano e San Giovannia Teduccio fosse il figlio minorenne del boss detenuto Roberto Mazzarella gli investigatori non hanno dubbi. In soccorso delle indagini ci sono le immagini di alcune telecamere poste in zona che avrebbero ripreso l’arrivo dei due sicari in sella a una moto di grossa cilindrata e la successiva fuga. Nel gruppo erano presenti anche altri sei giovani loro amici, tutti minorenni e incensurati. Il raid è stato fulmineo, ma i ragazzi, evidentemente abituati a stare in allerta, appena hanno visto quella coppia in sella alla scooter con il volto coperto da caschi integrali hanno capito che stava per accadere qualcosa. I due sembravano clienti del bar che si erano fermati per bere qualcosa. E così mentre quello seduto sul sedile posteriore è sceso impugnando una pistola, il gruppo dei ragazzi con i due Mazzarella ha cominciato a scappare all’interno del bar per cercare riparo. Ci sono riusciti e mentre il sicario armato e con il volto coperto da un casco integrale, che aveva perso secondi preziosi per la ‘sorpresa’ facendosi notare mentre estraeva la pistola dalla tasca, continuava a sparare ad altezza d’uomo loro erano già dentro. I proiettili infatti hanno mandato in frantumi le vetrate del bar e le schegge di vetro hanno ferito alla testa un cliente. L’uomo, trasportato al Loreto Mare, è stato medicato con 6 punti di sutura e dimesso con prognosi di una decina di giorni. La Polizia Scientifica ha repertato 7 bossoli e 3 frammenti calibro 9×21 a terra e altri 3 proiettili all’interno di un’automobile parcheggiata vicino al bar. Da ieri le indagini proseguono senza sosta da parte degli agenti del commissariato di Barra -San Giovanni e di quelli della squadra mobile di Napoli. L’ipotesi che l’agguato provenga dal gruppo dei Rinaldi è quella seguito con maggiore attenzione dagli investigatori. E questo significa che ormai il livello di scontro, dopo le numerose stese che il boss “nemico” del rione Villa e dei suoi alleati parenti dei reale del Rione Pazzigno, ha subito in questi mesi si è alzato ulteriormente. Dopo il ferimento di Giovanni Salomone, cognato dei D’Amico “pirata” di via Nuova Villa  e legati ai Mazzarella, avvenuto ad aprile  al corso Protopisani, quello dell’altra notte è il segnale che lo scontro è arrivato a un livello altissimo. Cercare di uccidere il figlio minorenne del boss nemico significa aver innescato la bomba. Gli investigatori sono in stato di massima attenzione perché si aspettano una risposta altrettanto eclatante da parte dei Mazzarella.

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(nella foto il luogo della sparatoria e nel riquadro il boss detenuto Roberto Mazzarella)

 


Articolo pubblicato il giorno 6 Luglio 2018 - 08:19


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