Anche Medjugorje sarebbe finita nel mirino della camorra in cerca di profitti. A dirlo, in un’omelia nel quale l’argomento è quello della lotta tra il bene e il male, l’inviato di Pa-
pa Francesco nella città santa della Bosnia, l’arcivescovo polacco Henrik Hoser: il tutto durante una messa celebrata nella cappellina dell’aeroporto Chopin di Varsavia. La notizia appare nel blog del giornalista David Murgia, che a sua volta avrebbe riportato un resoconto del settimanale cattolico polacco Niedziela e della Radio EM. Secondo quanto risulta, il presule avrebbe dichiarato che “un altro posto dove c’è una lotta sempre più agguerrita tra il bene e il male è Medjugorje. Da un lato, ci sono migliaia di giovani che usano il sacramento della penitenza e della riconciliazione. D’altra parte, bisogna anche essere consapevoli che questo posto è penetrato dalle mafie, tra cui quelle del Napoletano, che conta sui profitti che arrivano dal grande afflusso di fedeli che arrivano nella zona”.
Monsignor Hoser avrebbe pronunciato queste parole la sua omelia poco prima di partire per Medjugorje dove sarà inviato stabilmente per conto del Papa. Le parole di Hoser sono state riportate da molti giornali polacchi e hanno cominciato a circolare anche sui siti italiani, indignando anche gruppi di fedeli napoletani che lamentano di essere stati tirati in ballo con un pregiudizio legato alle presenze napoletane illegali. Il papa ha nominato Hoser, arcivescovo emerito di Warszawa-Praga in Polonia, visitatore apostolico a carattere speciale
per la parrocchia di Medjugorje, a tempo indeterminato e ad nutum Sanctae Sedis, cioè a disposizione della Santa Sede, lo scorso 31 maggio.Papa Francesco non ha mai fatto mistero di non credere ad una Madonna che “fa la postina e diffonde messaggi ad una certa ora prestabilita”. E la nomina – avvenuta solo un mese fa – del vescovo polacco a “visitatore apostolico a tempo indeterminato” è finalizzata proprio a normalizzare il fenomeno dei pellegrinaggi cresciuti in modo esponenziale: si calcola che almeno un milione e mezzo di persone ogni anno si dirigano da tutto il mondo in questa cittadina della Bosnia Erzegovina che, negli anni Ottanta, era solo un paesino poverissimo. Oggi è un centro vitale e pieno di hotel, attività immobiliari, ristoranti, ostelli, chiese, monasteri sorti attorno al grande santuario nel quale vengono celebrate messe a ripetizione, cresime, confessioni e comunioni.
Il vescovo di Mostar Ratko Peric – sotto la cui giurisdizione si trovava fino a ieri Medjugorje è sempre stato contrario a riconoscere qualsiasi credibilità, contestando persino le risultanze della commissione istituita da Benedetto XVI.
D’altronde, su presunti giri d’affari legati a pellegrinaggi a Medjugorie vertono anche le verifiche della procura di Santa Maria Capua Vetere che indaga sugli abusi e i maltrattamenti dei quali è accusato il giovane sacerdote esorcista di Casapesenna don Michele Barone, cugino omonimo del pentito considerato dalla Dda vicino al boss dei Casalesi Michele Zagaria. Nel mirino dei magistrati centinaia di pellegrinaggi certo favoriti dai contatti con le veggenti di Medjugorie.
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