Colpo di scena in Cassazione, processo da rifare per il reggente del clan De Micco “Bodo” di Ponticelli. Luigi De Micco, che aveva preso il posto dei fratelli in carcere a capo della famigerata cosca dei Tatuati, dopo la condanna a otto anni di reclusione rimediata in appello incassato un clamoroso annullamento da parte dei giudici della Suprema Corte. Insieme a lui torneranno davanti al Tribunale dell’Appello di Napoli anche altri tre imputati eccellenti, vale a dire i ras Fabio Riccardi, Maurizio Morrutzu e Luigi Sodano. Confermate invece le precedenti condanne per gli altri tredici affiliati alla cosca che negli ultimi anni ha estromesso i Sarno e i De Luca-Bossa dal controllo degli affari illeciti a Ponticelli e, in particolare, dal monopolio del traffico di droga e del racket. Proprio intorno al profilo di Luigi De Micco, già imputato per l’omicidio di Vincenzo Solla, si erano ancorate una buona parte delle convinzioni maturate dagli inquirenti, i quali hanno indicato il presunto boss come il punto cardine intorno al quale ruotava l’interno funzionamento del clan dei “Bodò”. Ora però per lui e altri tre imputati eccellenti è arrivato l’annullamento del verdetto di secondo grado con rinvio in Corte d’appello. Processo da rifare, dunque, per Luigi De Micco, assistito dagli avvocati Leopoldo Perone e Stefano Sorrentino; Fabio Riccardi, difeso da Leopoldo Perone e Antonio Rizzo; Maurizio Morrutzu, assistito da Leopoldo Perone; e Luigi Sodano. I giudici della Suprema Corte hanno invece confermato le condanne emesse a carico degli altri tredici affiliati al “sistema” del rione De Gasperi: 6 anni a Roberto Boccardi, 6 anni a Enea De Luca, 8 anni a Marco De Micco, 12 anni a Salvatore De Micco, 4 anni a Domenico Esposito,6 anni e 8 mesi a Omar Marino, 6 anni ad Antonio Nocerino, 6 anni e 8 mesi a Giuseppe Quagliarello, 6 anni e 8 mesi a Vincenzo Scarpato, 6 anni a Ferdinando Viscovo e 6 anni e 8 mesi a Gennaro Volpicelli.
Articolo pubblicato il giorno 12 Luglio 2018 - 10:23