Il GIP del Tribunale di Napoli, Dr. Gallo, con un’ordinanza eseguita il 10 luglio scorso, applicò la custodia in carcere a Rispoli Salvatore, detenuto per altro a Poggioreale.
Alla sorella Assunta, invece, il giudice impose il divieto di dimora in Campania.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, riprese dal Giudice per le Indagini Preliminari, “Sasà del Bronx” avrebbe gestito una “piazza” di cocaina al I vico Marina, da luglio a dicembre 2013, avvalendosi del supporto dei coniugi Fusaro Ernesto e Ronza Anita, di Ciccone Enzo detto “Cocozzella” e del “pentito” Visone Antonio.
Le dichiarazioni di quest’ultimo, divenuto collaboratore di giustizia dopo un breve passaggio tra le fila dei Vollaro di Portici, rappresentano, insieme con le conversazioni accusatorie della coppia di pusher, il grave quadro indiziario a carico del capo del gruppo dei “due palazzi” a San Giovanni. Per Salvatore, nipote dei Formicola, il Tribunale della Libertà ha annullato il decreto di sequestro del conto corrente.
In sede di Riesame, i difensori Leopoldo Perone e Giuseppe Milazzo hanno sottolineato come le somme di danaro non fossero provento delle attività delittuose, ottenendo dal Presidente Alfonso Sabella (noto per aver iniziato la sua carriera al fianco di Giovanni Falcone, e per essere l’autore del libro “Cacciatore di mafiosi” da cui è stata tratta la fiction di Rai2 “Il cacciatore”) e dai consiglieri a latere un provvedimento favorevole al proprio assistito.Lo stesso collegio ha anche annullato la misura coercitiva a carico di Assunta Rispoli ì, di nuovo libera, difesa dal penalista Marco Bernardo.
La sorella di “Sasà” era completamente estranea all’associazione e, benché consapevole degli intenti del fratello, all’epoca non si prodigò in alcun modo per dargli una mano. Gli indizi su “Susetta” sono troppo deboli per tenerla lontana da casa.
Articolo pubblicato il giorno 27 Luglio 2018 - 23:54