E’ stato presentato ieri al foyer del Supercinema di Castellammare, il primo lavoro discografico del musicista stabiese Alfredo Di Martino.
Un viaggio musicale che risente delle influenze latinoamericane ma anche di quelle francesi. Pianista poi fisarmonicista e armonicista, il suo primo disco è anche un percorso intimistico e intenso con atmosfere calde e suggestive. Free reeds , il nome del su lavoro (letteralmente ance libere), nasce dalla passione per la musica classica, jazz e sud-americana. Emozioni e sensazioni che da tempo sono diventati un progetto “Alfredo Di Martino accordion project” (in acronimo Aldima) in giro per la Campania. Tanti gli artisti del panorama jazzistico italiano e internazionale presenti nel disco, dal pianista Michele Di Martino, fratello di Alfredo al sassofonista Daniele Scannapieco, al contrabassista Tommaso Scannapieco al batterista Luigi del Prete. E ancora: la cantante Simona De Rosa, il batterista Domenico De Marco, il chitarrista Adriano Guarino, il pianista Catello Cannavale, il batterista Antonio Mambelli e il bassista Pasquale De Angelis. Invece Maurizio Di Somma (R&MAGPARTNERS) ha creato il logo Free Reeds traducendo graficamente le idee di questo progetto musicale. Da Astor Piazzolla a Richard Galliano, l’ispirazione dell’artista stabiese è un continuo divenire. Alfredo Di Martino riesce con passione e creatività a muoversi in vari ambiti musicali con collaborazioni importanti anche nel pop con Gianni Conte, Monica Sarnelli e Renzo Arbore.
“Nasco come pianista – racconta Alfredo Di Martino – ma l’ascolto del fisarmonicista francese Galliano mi ha fatto innamorare della fisarmonica da concerto e delle sue sonorità calde e melodiose, rispetto alla tradizionale folk. Ho studiato con maturità artistica da autodidatta e in maniera sempre più approfondita questo strumento. Il mio repertorio comprende brani dei miei autori preferiti e brani di altri compositori illustri e tre inediti: Valse pour Lenny, Gianluca’s song e Dimane. Il primo è un valzer sullo stile della new musette di Galliano, dedicato a mio figlio Leonardo, il secondo latin jazz è per mio figlio Gianluca e l’ultimo, una jazz ballad, l’ho composta sul testo di una poesia di mio padre Vincenzo. Il disco è un’esigenza dell’anima per raccontare il mio essere musicista. Voglio ringraziare i tanti amici che hanno condiviso il palco con me in questi anni di carriera e dato una mano per la realizzazione del disco, impreziosendo con il loro background, la loro passione, il loro pathos questo neonato e meraviglioso lavoro”.
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