“Dalla pagina FB ‘Vogliamo il Movimento 5 stelle al governo’ è stata diffusa questa cazzata. Una falsità montata ad arte, una citazione e una fonte inventate. La bufala è ovviamente stata condivisa da migliaia di persone che ci hanno creduto ciecamente, senza un minimo di capacità di raziocinio”. Così lo scrittore Roberto Salviano interviene su facebook in merito alla bufala che lo riguarda. Il post lanciato dal ‘Vogliamo il Movimento 5 stelle al governo’ giovedì scorso – e ancora non rimosso – è un fermo immagine dell’autore di Gomorra tratto da Rai Uno. Sotto la foto compare la citazione a ‘Che tempo che fa’ – ovviamente falsa – a lui attribuita: “Sinceramente preferisco salvare i rifugiati e miei fratelli clandestini, che aiutare qualche terremotato italiano piagnucolone e viziato”. Il post fino ad oggi è stato condiviso oltre 4.000 volte. “Sono abituato alla falsità sistematica su di me – denuncia Saviano – Hanno perso ogni credibilità e ormai la loro comunicazione non ha più alcuna serietà, è solo banale trollaggio che riduce la politica a rancore e tifoseria. Se arrivano a doversi inventare queste cose che anche il più ingenuo capirebbe essere un’invenzione, è la prova finale che le loro argomentazioni non tengono. P.S. La bufala è ancora presente sulla pagina. Cialtroni infiniti”.
A distanza di poche ore, un altro intervento sui social per diffondere una frase che l’ex premier, Matteo Renzi, avrebbe proferito in merito ai migranti, ritenuti migliori degli italiani. Poi è toccato all’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, essere protagonista di un meme in cui si riporta un attacco agli italiani ‘capaci solo di lamentarsi’, invece di lavorare. Infine un post in cui, sotto la foto di Cecile Kyenge, appare il testo di una dichiarazione risalente al 2017 secondo cui l’ex ministro dell’Integrazione del governo Letta avrebbe espresso il desiderio di trasformare tutte le chiese cristiane in moschee.
E, nel giro di poche ore, tutti questi post di tale Lara Pedroni, hanno riscosso migliaia di condivisioni in Rete, diventando virali. Peccato, però, che, come ha scoperto e riportato David Puente, nel suo blog di debunking, sono tutte ‘fake news’, costruite e diffuse ad arte su pagine web nelle quali reputarle vere non sarebbe stato difficile.
Il metodo utlizzato dall’autrice – ma è quasi sicuro che il nome ‘Lara Pedroni’ sia poco attendibile come le notizie riportate e le foto del profilo, ora cancellato – è stato lo stesso utilizzato in operazioni simili: una foto del protagonista, con sovrimpressa la frase incriminata, e l’invito a far girare la notizia il più possibile. Detto – fatto: il post riguardante Saviano ha totalizzato più di 20mila condivisioni e anche gli altri sono stati molto visti.
“L’attività di diffusione è ben ponderata, infatti ‘Lara’ ha condiviso i meme nei gruppi Facebook adatti a quel tipo di contenuto”, spiega nel Blog Puente, che per smascherare la costruzione è andato a verificare cosa realmente avessero detto i politici e i personaggi presi di mira. “La segnalazione del post su Saviano mi è arrivata da un amico su Facebook – spiega Puente – e mi sono subito attivato. A far scattar scattare il campanello d’allarme è stato il fatto che in poco tempo fossero pubblicati tutti i post su un profilo nel quale l’attività non era così frequente”. Puente ha verificato l’intervista di Saviano, cercando in rete il video e ha subito pubblicato sul suo blog la notizia della bufala. Poi ha approfondito l’indagine sull’autrice: “Mi è sembrato strano che tutte le immagini fossero del 12 settembre 2017 e ho notato che nelle foto qualcosa non andava”. Esperto di grafica e velocissimo con il pc, Puente in 20 minuti ha verificato che i colori delle foto erano stati modificati per impedire di trovare gli originali in Rete e le immagini riflesse. Per intenderci, erano al contrario di come dovrebbe essere un selfile.
Ma è stato il metodo di condivisione utilizzato a dare al blogger la certezza di aver individuato una fake news: “La modalità è quella che contesto: i post erano stati condivisi su siti pro Salvini, pro Putin e anche in pagine Facebook simpatizzanti con il Movimento 5 Stelle. In gruppi di questo tipo, postare notizie del genere agisce sull’emozione degli utenti e la reazione è immediata”. Non si può, però, pensare a uno scherzo: “Dietro a questa operazione – chiarisce Puente – è inimmaginabile ci sia un adolescente o un anziano inesperto. È tutto troppo studiato e calcolato per raggiungere un risultato, che è arrivato, dato quante condivisioni sono state raccolte”. L’ultima attività di Lara Pedroni è stata quella di pubblicare un post relativo al deputato Khalid Chaouki, condiviso su quattro gruppi strategici. “Ho allertato gli utenti di quanto avevo scoperto e loro hanno iniziato a criticare duramente l’autrice dei post. Nel giro di pochi minuti tutte le attività di Lara sono scomparse e il suo account non è più raggiungibile”.
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