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Favorire l’inclusione attraverso la cultura, il Madre di Napoli per i ragazzi di Scampia

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Due progetti che coinvolgeranno i ragazzi dei quartieri difficili della città, a cominciare da Scampia. Il Madre di Napoli si apre al sociale per favorire l’inclusione attraverso la cultura.
Il museo di arte contemporanea della Regione Campania sarà impegnato nei mesi estivi con due iniziative nate da un’idea di Laura Valente, presidente della fondazione Donnaregina, da cui dipende il Madre. La prima è una factory estiva, che si articola in più momenti. All’interno delle stanze del museo saranno ospitate fino al 3 settembre alcune opere di Felice Pignataro, il più prolifico muralista del mondo e pioniere del riscatto sociale degli ultimi. Per la prima volta un museo raccoglie una selezione di Pignataro, tra cui la celebre maschera in cartapesta di San Ghetto Martire-Santo Protettore delle Periferie e la Papera rivoluzionaria. Il progetto Felice@Madre è organizzato in collaborazione con il centro sociale Gridas di Scampia e prevede anche attività didattiche e formative e una performance originale. “Per abbattere i muri interiori, quelli ideologici – spiega Valente – paradossalmente ne costruiremo uno vero, la quarta parete del Madre, che sarà muralizzata dai ragazzi che parteciperanno al campus”. Questo momento conclusivo sarà preceduto da tre laboratori rivolti ai ragazzi tra i 7 e i 17 anni e realizzati dalle associazioni SkartAbelliamo e BandaBaleno e dall’artista muralista RARO. Il secondo progetto avrà al centro le Vele di Scampia. L’artista statunitense Cecile B. Evans, autrice di Amos’ World, rifletterà sul significato di “sentirsi a casa” con 15 ragazzi di famiglie che dovranno trasferirsi dalle Vele ai nuovi edifici costruiti in vista dell’abbattimento di tre dei quattro palazzi. I protagonisti saranno invitati a vivere il museo in modo interattivo e sperimentale per lavorare sull’esperienza individuale di “casa”.
“E’ un lavoro di inclusione sociale che non era mai stato fatto dal Madre – sottolinea Valente – una piattaforma che per tre anni porterà al museo artisti e operatori culturali per lavorare con i ragazzi dei quartieri difficili, perché pensiamo che attraverso l’arte si possa fare la differenza”. Il direttore Andrea Viliani si mostra entusiasta di questo “nuovo percorso che caratterizzerà la nostra attività per il futuro, con l’intento di portare il Madre in ogni casa e accogliere le energie e i bisogni quotidiani anche di chi non è mai stato qui”.


Articolo pubblicato il giorno 11 Luglio 2018 - 19:23

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