Stava inviando messaggi con il suo smartphone quando è piombato sulle persone frerme sulla carreggiata della Statale 7 bis uccidendo l’appuntato scelto dei carabinieri Vincenzo Ottaviano e il vigilante Benigno De Gennaro e riducendo in fin di vita il vice brigadiere Attilio Picoco. E’ quanto emerge dall’inchiesta su quel terribile incidente che vede indagato, per il momento soloper omicidio stradale Carmine Sannino, il 26enne di Sant’Antimo. Dall’inchiesta emerge anche che l’auto, come anticipato da Il Mattino, era lanciata a 150 chilometri orari su una strada a scorrimento veloce dove il limite di velocità è fissato a 80. La frenata, lunga 18 metri, è servita a ben poco: il tremendo impatto con i tre uomini, che in piedi sulla carreggiata stavano completando i rilievi di un tamponamento, è avvenuto quando il tachimetro segnava 130 chilometri, come risulta dall’esame della scatola nera installata sulla Golf. Ora alla luce di queste risultanze investigative si sta procedendo al controllo dei tabulati del traffico telefonico sulla smartphone del 26 enne di Sant’Antimo. Si vuole capire se, come pare, era distratto dalle conversazioni via chat, e quindi il suo grado di attenzione verso la strada era ridotto. Cosa che lo avrebbe portato a non rendersi conto che stava investendo delle persone ferme nonostante ci fossero le segnalazioni. L’accusa quindi nei suoi confronti potrebbe cambiare in omicidio stradale plurimo e altro. Sarà lo sviluppo dell’inchiesta a stabilire il grado di colpevolezza del giovane.
Articolo pubblicato il giorno 26 Luglio 2018 - 09:04