Dovevano essere diciotto impianti di compostaggio ma saranno quindici facendo saltare di fatto il previsto ampliamento del sito di Salerno. Non si realizzeranno le strutture di lavorazione della frazione umida derivata nei tritovagliatori di Santa Maria Capua Vetere e Pianodardine e nel comune di Rocca D’Evandro che pure erano previste in una delibera del 2017, a causa del parere negativo degli Enti locali rispetto alle nuove installazioni. Lo spiega con chiarezza la Regione nel provvedimento di Giunta del 3 luglio nella si prende atto che “le amministrazioni locali hanno manifestano il proprio dissenso alla realizzazione degli impianti di compostaggio all’interno degli stir di Santa Maria Capua Vetere e Pianodardine, nonché dell’impianto da realizzarsi nel Comune di Rocca D’Evandro”, e si riprogrammano i finanziamenti.
Ma, nonostante l’incremento di spesa previsto per alcuni interventi, ci saranno a disposizione ventotto milioni che dovranno essere destinati a nuove opere nei prossimi mesi. Dati e cifre che probabilmente hanno spinto il governatore De Luca a rafforzare i propri poteri nel campo dei rifiuti, con le norme inserite nel disegno di legge Semplificazione. Provvedimenti che hanno fatto insorgere l’Anci: “I Comuni della Campania si sono più volte fatti carico del problema, sottolineando, con questa giunta regionale, la disponibilità ad accogliere la nuova impiantistica legata al trattamento della frazione organica dei rifiuti in un quadro di chiarezza e di adeguate garanzie. Da parte della Regione, a un’iniziale generica disponibilità, ha fatto seguito un atteggiamento elusivo e sfuggente. Una sostanziale chiusura che ha per epilogo un provvedimento normativo punitivo nei confronti dei Comuni, falsamente indicati come i responsabili dei ritardi, ai quali viene sottratto ogni potere decisionale, conferito nelle mani del presidente e della giunta regionale. Il direttivo Anci Campania ritiene sbagliata questa soluzione perché espropria i Comuni della loro funzioni. Contro di essa i sindaci della Campania si batteranno in ogni sede”.
Per bloccare la multa Ue ed evitare di pagare centoventimila euro al giorno, sono necessari impianti di compostaggio capaci di trasformare ogni anno in concime o in terriccio 745 mila tonnellate di umido provenienti dalla raccolta differenziata. L’Europa, infatti, ci contesta di non avere un’adeguata dotazione di impianti e di continuare a esportare spazzatura. Ma non siamo i soli: segue il Comune di Roma e l’Inghilterra, che portano in giro per il mondo i propri rifiuti riempendo gli stabilimenti di mezza Europa. Così le gare indette dalle società delle cinque Città Metropolitane stanno andando deserte e i prezzi stanno salendo vertiginosamente: in un anno si è passati da 140 a 180 euro a tonnellata.
Lo spiega con chiarezza il vicesindaco di Napoli, Raffaele Del Giudice. Il Comune ha già appaltato la progettazione di un sito di compostaggio nell’ecodistretto di Napoli est. Ma c’è chi si oppone e Del Giudice rivolge un appello ai cittadini: “Invito tutti a non dare ascolto a quei comitati, per la verità assai poco numerosi, che si oppongono alla realizzazione dell’impianto a Napoli est. Abbiamo scelto la via della raccolta differenziata, l’unica corretta dal punto di vista ambientale, e per questo servono nuovi stabilimenti di trasformazione dei materiali. Si tratta di impianti che non hanno un impatto ambientale”. Il Comune di Napoli punta sulla differenziata, che però attualmente si aggira intorno al 36% della raccolta totale e quindi mira a realizzare non uno, ma tre impianti. Poi c’è il resto della regione: uno stabilimento nascerà a Tufino, dove i lavori dovevano costare tre milioni, ne costeranno più di sette. La previsione di spesa per il capannone di Cancello Arnone era di quattordici milioni ed è passato a diciannove. Il Comune di Salerno ha rinunciato a cinque milioni per ampliare il sito esistente, che attualmente resta in stand by. A Marigliano non si potrà procedere perché i tempi previsti dal Cipe non potranno essere rispettati visto che il sito resta ingombro di ecoballe e l’intervento dovrà essere riprogrammato.
“Sugli impianti di compostaggio dobbiamo andare avanti con decisione. Per la differenziata ci stiamo avvicinando al 60%, ma abbiamo criticità a Napoli città, è qui il punto di crisi, nel resto della regione ci sono risultati apprezzabili anche oltre il 70%. A Napoli sia individuata l’area per l’impianto di compostaggio, per il resto una quindicina di comuni ha già dato disponiblità: per metà di loro la Regione si farà carico della progettazione, per l’altra metà registriamo marce indietro per quel processo di ideologizzazione del problema che è fuori dal mondo. Dobbiamo arrivare alle progettazioni esecutive, se sarà necessario, le gare le farà la Regione. Può avere una utilità in questo senso anche la norma sulla semplificazione che approviamo questa sera. Altrimenti tra un anno, l’Ue ci chiederà di fare i termovalorizzatori e con i soldi nostri”. Così, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, è intervenuto in Consiglio regionale nell’ambito della discussione sulla legge di semplificazione 2018.
“Noi – spiega il governatore – abbiamo cambiato il piano regionale dei rifiuti, non per una ragione ideologica. Il precedente governo regionale aveva previsto tre termovalorizzatori, io non ho preclusioni ideologiche verso questi impianti, ma oggi sono insostenibli. Acerra si è fatta perché c’era il Cip6. Oggi i piani ecoonomico finanziari non reggono. La situaizone resta delicata perché nella contrattazione europea ci hanno detto: spiegateci come si mantiene il nuovo piano per i rifiuti della Campania se dite no agli inceneritori. Per le ecoballe – prosegue – stiamo andando avanti, non con i tempi sperati, ma se qualcuno ha procedure accelerate ce le dia. L’obiettivo è raggiungere le tre garanzie chieste dall’Ue: raccolta differenziata al 60%, impianti di compostaggio e bonifica delle emergenze. Entro l’anno completiamo la bonifica delle cinquanta discariche. Dobbiamo completare il piano della seconda vagliatura, non la rimozione, delle ecoballe e della contrattazione con l’Enel e gli altri soggetti”. “C’è stata un’emergenza rifiuti a Napoli qualche mese fa – conclude De Luca – nel giro di 48 ore la notizia è arrivata a Bruxelles. Noi stavamo trattando col ministero degli Esteri una riduzione della sanzione da centoventi mila euro al giorno alla Campania. Dopo la notizia hanno deciso di fermare la trattativa. Questo per rendere chiaro su quale terreno ci muoviamo e quanto sensibile sia il problema. Mi auguro che il testo della legge sulla Semplificazione sia approvato da tutto il consiglio regionale”.
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