Attualità

Decreto Dignità: gli imprenditori subito contrari

Condivid

“Sono particolarmente lieto come presidente di questo governo del fatto che il primo decreto approvato in materia sociale sia sul recupero della dignità dei lavoratori e delle imprese”. Lo afferma il premier, Giuseppe Conte, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo l’approvazione del dl dignità. “Ovviamente questo governo non è in contrasto col mondo imprenditoriale, – ha puntualizzato il vicepremier -anzi adotteremo anche misure per favorire la crescita economica, vogliamo una sana alleanza col mondo del lavoro e imprenditoriale ma vogliamo contrastare le iniziative ingiustificate” come chi se ne va dopo aver beneficiato degli aiuti pubblici.

Il decreto dignità – ha detto il ministro Luigi Di Maio – si basa su “tre concetti: diamo un colpo mortale al precariato, licenziando il Jobs Act; diamo un colpo mortale alla parte più insidiosa della burocrazia, per cui ci diranno che vogliamo favorire gli evasori quando vogliamo favorire i cittadini onesti; siamo il primo Paese in Ue che dice stop al gioco d’azzardo e diciamo no alle multinazionali che vengono qui, prendono soldi e delocalizzano”.

“Questo decreto non è un punto segnato al M5s, ma segnato dai cittadini già il 4 marzo e ce ne saranno tanti altri. Tutti assieme siamo impegnati a attuare il contratto. Nessuno si vuole avvantaggiare di questo o quel provvedimento”. “Queste azioni ci permettono di dimostrare che manteniamo le promesse. E vorrei dire che quello che si pensava che non si potesse fare – ha aggiunto – si può fare e sta avendo effetti in tutto il mondo”.

Ma confindustria boccia il provvedimento. Il decreto Dignità è “il primo vero atto collegiale del nuovo Esecutivo” e, “anche per questo, è un segnale molto negativo per il mondo delle imprese”. E’ la dura presa di posizione di Confindustria secondo la quale “il risultato sarà di avere meno lavoro, non meno precarietà” e “preoccupa anche che siano le imprese a pagare il prezzo di un’interminabile corsa elettorale all’interno della maggioranza e che si creino i presupposti per dividere gli attori del mercato del lavoro, col rischio di riproporre vecchie contrapposizioni”. “Come abbiamo sempre sostenuto – afferma Confindustria – sono infatti le imprese che creano il lavoro. Le regole possono favorire o scoraggiare i processi di sviluppo e hanno la funzione di accompagnare i cambiamenti in atto, anche nel mercato del lavoro. Si dovrebbe perciò intervenire sulle regole quando è necessario per tener conto di questi cambiamenti e, soprattutto, degli effetti prodotti da quelle precedenti”. “Il contrario di ciò che è avvenuto col decreto “dignità” – prosegue la nota – Mentre infatti i dati ISTAT raccontano un mercato del lavoro in crescita, il Governo innesta la retromarcia rispetto ad alcune innovazioni che hanno contribuito a quella crescita. Peraltro, le nuove regole saranno poco utili rispetto all’obiettivo dichiarato – contrastare la precarietà – perché l’incidenza dei contratti a termine sul totale degli occupati è, in Italia, in linea con la media europea. Il risultato sarà di avere meno lavoro, non meno precarietà. Preoccupa anche che siano le imprese a pagare il prezzo di un’interminabile corsa elettorale all’interno della maggioranza e che si creino i presupposti per dividere gli attori del mercato del lavoro, col rischio di riproporre vecchie contrapposizioni. Valutazioni analoghe anche per la stretta in tema di delocalizzazioni. L’Italia è un grande Paese industriale, la seconda potenza manifatturiera in Europa dopo la Germania, e avrebbe bisogno di regole per attrarre gli investimenti, interni ed esteri. Quelle scritte ieri, invece, gli investimenti rischiano di disincentivarli”. “Sia chiaro – sostiene Confindustria – colpire duramente i comportamenti opportunistici di chi assume un impegno con lo Stato e poi non lo mantiene è un obiettivo che condividiamo. Ma revocare gli incentivi per colpire situazioni di effettiva distrazione di attività produttive e di basi occupazionali dall’Italia è un conto; altro è, invece, disegnare regole punitive e dalla portata tanto ampia quanto generica”. “L’unico denominatore comune delle scelte fatte in tema di lavoro e delocalizzazioni – conclude la nota – è di rendere più incerto e imprevedibile il quadro delle regole in cui operano le imprese italiane: l’esatto contrario delle finalità di semplificazione e snellimento burocratico dichiarate dal nuovo Governo all’atto del suo insediamento”.


Articolo pubblicato il giorno 3 Luglio 2018 - 18:46

Nicola Rugantino

Collaboratore di lunga data di Cronache della Campania Da sempre attento osservatore della società e degli eventi. Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni.

Pubblicato da
Nicola Rugantino

Ultime Notizie

Napoli, Cineforum Arci Movie: nuova edizione al Pierrot con film e ospiti fino a maggio

Il Cineforum di Arci Movie al Cinema Pierrot di Napoli inaugura la sua 34esima edizione,… Leggi tutto

22 Novembre 2024 - 14:05

Trafficante internazionale di droga fermato a Civitavecchia

La Polizia di Stato di Civitavecchia ha messo in atto un'operazione di successo che ha… Leggi tutto

22 Novembre 2024 - 13:55

Napoli, 4 contro uno: rissa a colpi di casco nel centro storico

Napoli. Erano intenti a mangiare uno snack fuori da un takeaway quando il proprietario o… Leggi tutto

22 Novembre 2024 - 13:40

Incendio sotto Palazzo Genovese a Salerno, il sindaco: “Atto doloso”

Un grave incendio ha danneggiato gravemente Palazzo Genovese e alcuni edifici vicini, nella notte tra… Leggi tutto

22 Novembre 2024 - 13:28

Sorteggio Nations League, l’Italia ai quarti di finale sfiderà la Germania

L'Italia affronterà la Germania nei quarti di finale della Nations League. È quanto emerso dal… Leggi tutto

22 Novembre 2024 - 13:21

Scarcerato Mario Romano, il ras del narcotraffico tra Benevento, Napoli e Caserta

Un colpo di scena che scuote gli equilibri del narcotraffico campano: Mario Romano, noto trafficante… Leggi tutto

22 Novembre 2024 - 13:14