“Non ho velleita’ politiche e non ho mai portato avanti un’indagine per scopi politici. Da tempo dico a chi ci amministra di approfittare della mia esperienza. L’avrei messa a disposizione della citta’ gratuitamente” e l’incarico “l’avrei accettato anche se me l’avesse dato un altro sindaco”, anche del Pd, “anche se dubito che il Pd avrebbe fatto questa scelta”. Gianpaolo Scafarto, l’ufficiale del Noe dei carabinieri che ha indagato sul caso Consip, e’ assessore alla Legalita’, fresco di incarico, nel Comune di Castellammare di Stabia, in una giunta capitanata da un sindaco di FI, e in un’intervista al quotidiano la Repubblica spiega il perche’ abbia accettato l’incarico e precisa alcuni aspetti della vicenda che l’hanno visto chiamato in causa. Intanto precisa di non essere ne’ imputato ne’ condannato (e’ indagato, la procura di Roma gli contesta la falsificazione di brani dell’informativa chiave dell’indagine Consip, ndr) e sottolinea che nella decisione di accettare l’incarico in Giunta “ha pesato, inoltre, il provvedimento del Riesame, confermato dalla Cassazione (l’annullamento della misura interdittiva richiesta dalla procura, ndr), che dice che nella mia condotta non c’e’ dolo e parla di errore involontario”. L’ufficiale – ha il grado di maggiore – nell’intervista dice anche che al momento sta smaltendo licenze e ferie arretrate , “voglio prima capire quanto impegno richiedono le deleghe che mi sono state attribuite, poi decidero’ se mettermi in aspettativa”. E respinge l’idea che la sua nomina ad assessore possa innescare nuovi dubbi sull’inchiesta Consip: “Parliamo di un piccolo Comune. Davvero mi pare un’attenzione eccessiva. Se si legge l’ordinanza del Riesame ho commesso solo degli errori e, trattandosi di un’informativa complessa scritta in 19 giorni, forse ne ho fatti anche pochi”. Errori – dice Scafarto – di cui si e’ scusato “non solo con i Renzi ma con tutti quelli che involontariamente posso aver tirato in ballo nell’inchiesta”.
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