“Ci sono persone che prendono i diritti sugli sceneggiati, si fanno i milioni”. Finisce nel mirino di Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, la serie tv Gomorra: il governatore non nomina Roberto Saviano ma sembra proprio che molti dei suoi strali siano rivolti a lui. “La camorra c’e'”, dice il governatore, un concetto che ribadisce piu’ volte, a voler sottolineare che non sta rinnegando l’esistenza e la pervasivita’ della malavita, ma ci sono persone che “fanno i milioni, rovinando intere generazioni di giovani che per fenomeni emulativi si mettono a parlare e si comportano come quegli imbecilli delle serie tv”. I “camorrologi di professione”, li chiama De Luca senza riferimenti diretti, che assieme ai comitati “se non c’e’ il problema, sembra che restino disoccupati”. “Lo possiamo dire o dobbiamo sempre far finta di niente?”. domanda alla platea di Coldiretti riunita a NAPOLI per parlare di Terra dei Fuochi. A proposito: da oggi, annuncia, “non ne parlo piu'”. “Secondo me va cancellata e lo dico anche agli esponenti di Governo – afferma rivolgendosi al sottosegretario all’Ambiente, Salvo Micillo, in quota Cinque stelle – Togliamo di mezzo questa espressione, parliamo di NAPOLI nord, Caserta sud, ma basta Terra dei fuochi”. Perche’ e’ “un’espressione che non ha motivo di esistere”. E insiste il governatore con le cose che non vanno, come la tendenza a “farci male da soli”. E’ il caso del rogo della ditta di stoccaggio rifiuti Di Gennaro, a Caivano, in provincia di NAPOLI. “E’ un capannone industriale, cosa c’entra la Terra dei fuochi? – dice – Cerchiamo di non farci male con le nostre mani, pur di fare titoli sui giornali, perche’ viviamo di parassitismo mediatico”. Gli stessi eventi, accaduti altrove, lamenta, non hanno avuto la stessa risonanza di quelli della Campania. Cita il caso di Brescia, dove “ci sono incendi che sono durati una settimana”, o i casi di legionella a Bresso, in Lombardia, dove “ci sono stati 3 morti. Fosse successo a NAPOLI, sarebbe arrivata la fine del mondo”. Attacca, De Luca, anche chi dice “sempre no”. “Come li vogliamo smaltire i rifiuti? Abbiamo detto di no ai termovalorizzatori, insostenibili economicamente – sottolinea – ma una soluzione ci vuole”. Una soluzione fatta di differenziata spinta, cosi’ da arrivare almeno al 60% in tutta la Campania, e “almeno 15 impianti di compostaggio. Ed e’ qui che scatta il ‘comitatismo”. “E’ mai possibile che per fare un impianto a 20 chilometri dal primo centro abitato dobbiamo continuare ad avere i comitati? E’ da irresponsabili – conclude – se diciamo sempre no, ci manderanno a quel paese. Dire no e’ comodo, poi alla fine i costi ricadono sulle famiglie e i 190 euro a tonnellata per portarli fuori regione, chi pensate che li paga? I cittadini. Se siete contenti cosi’ va bene”.
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