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Caldo: allarme per 13.5 milioni di anziani in Italia

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Allarme per i 13,5 milioni di anziani che in Italia sono tra i più esposti ai rischi di malori per colpa del caldo torrido, soprattutto in città. E’ quanto afferma l’Unione europea delle cooperative Uecoop in relazione all’ondata di afa con temperature fino a 38 gradi che sta assediando l’Italia da nord a sud mettendo a dura prova la resistenza delle fasce più deboli della popolazione. I cambiamenti climatici con estati caratterizzate da picchi di calore influenzano sempre più anche l’assistenza agli anziani infatti – spiega Uecoop – oltre all’attenzione alle terapie farmacologiche per le patologie legate all’età e oltre ai percorsi di fisioterapia, diventa sempre più importante integrare il percorso di sostegno con attenzioni maggiori alle temperature, soprattutto d’estate, quando il rischio disidratazione e collassi aumenta in maniera esponenziale. Per questo – afferma Uecoop – è di importanza vitale che l’anziano beva molto anche quando dice di non avere sete e che possa contare sempre a tavola su porzioni di frutta e verdura fresche che garantiscono idratazione, zuccheri semplici e sali minerali.  Il progressivo invecchiamento della popolazione italiana con gli anziani cresciuti del 18% negli ultimi dieci anni e destinati ad aumentare ancora e con 2,5 milioni di over 65 parzialmente o totalmente non autosufficienti – rileva Uecoop – diventa sempre più importante integrare le cure con quella parte di misure di sostegno legate agli stili di vita in relazione alle condizioni climatiche e ambientali, con la necessità di un continuo aggiornamento di metodi e procedure sia da parte dei familiari che da parte di chi opera nel settore come le oltre 328mila persone che in Italia lavorano nelle cooperative sociali e di assistenza. A fronte di una speranza di vita salita nella Penisola a 82,8 anni rispetto alla media di 81,2 anni di dieci anni fa, la vera sfida – conclude Uecoop – sarà quella di gestire la qualità dei servizi, le risorse e l’assistenza con una flessibilità legata sia alle risorse disponibili, da parte di Stato e famiglie, sia alle nuove condizioni ambientali della vita quotidiana in particolare negli ambienti urbani dove le bolle di calore sono sempre più frequenti.


Articolo pubblicato il giorno 29 Luglio 2018 - 09:52

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