C’e’ un indagato nell’inchiesta sulla morte di Franca Musso. A otto mesi dal ritrovamento del cadavere della donna in una valigia, nelle campagne di Alice Castello in provincia di Vercelli, il nome di una persona e’ stato iscritto nel registro degli indagati. Si tratta di un uomo, che la vittima avrebbe frequentato prima di sparire nel nulla nell’ottobre 2016. L’accusa nei suoi confronti, al momento, e’ di occultamento di cadavere. Le indagini sono ancora in corso e devono chiarire molti aspetti di questa vicenda, su cui potrebbe allungarsi l’ombra del femminicidio anche se gli esami effettuati fino ad ora non hanno fatto emergere segni evidenti di violenza, ne’ tantomeno ferite d’arma da fuoco o da accoltellamento. I carabinieri, coordinati dalla Procura di Vercelli, devono anche chiarire il motivo per cui il corpo della vittima sia stato occultato all’interno di una valigia. I resti erano stati trovati lo scorso novembre da un gruppo di cacciatori lombardi in mezzo alle sterpaglie, sotto la bretella autostradale di Santhia’. Il corpo della donna, ridotto a un cumulo di ossa, era in avanzato stato di decomposizione ma integro, ed era rannicchiato all’interno della valigia. Il sostituto procuratore Francesco Alvino aveva affidato l’autopsia a Cristina Cattaneo, lo stesso medico legale del caso di Yara Gambirasio, che dapprima aveva individuato il sesso dei resti umani. E, a un mese dal ritrovamento, l’identita’ della vittima, grazie alla matricola impressa in una protesi vertebrale. La scomparsa di Franca Musso era stata denunciata dai familiari il 16 ottobre 2016, dopo che per una decina di giorni non riuscivano piu’ ad avere sue notizie; la donna, dopo un rapporto burrascoso con il suo ex compagno, negli ultimi anni era da sola e viveva di espedienti e lavoretti sporadici. La sua abitazione si trovava in Cascina Carbondola, appena fuori Tronzano (Vercelli), in un piccolo borgo a vocazione agricola formato da altre cascine e villette. I vicini di casa avevano raccontato “di una persona di poche parole, che non parlava volentieri. Dopo l’abbandono del compagno era rimasta sola, abbandonata a se stessa, e spesso non riusciva a pagare le bollette. I militari dell’Arma erano andati a cercarla a casa, ma della donna non avevano trovato traccia. Nell’abitazione c’erano soltanto i suoi due cani. Poi nessuna notizia, fino allo scorso novembre e al ritrovamento della valigia.
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