E’ nato ad alta quota, a bordo di un aereo in transito sui cieli russi, lungo la rotta Osh-Ekaterinburg. Merito degli assistenti di volo che si sono temporaneamente trasformati in una squadra di ostetrici per fare nascere il piccolo, di sole 29 settimane. I genitori, per gratitudine, hanno chiamato il primogenito Uralbek, in onore della compagnia aerea ‘Ural Airlines’. La storia è stata raccontata da un’agenzia di stampa russa (Novosti) che ha intervistato i membri dell’equipaggio: tra questi, Tatiana Yurieva, che in precedenza aveva lavorato in ambiente medico e che aveva ottenuto un lavoro come assistente di volo solo tre mesi fa.
E’ stata lei ad essersi occupata della nascita, dai primi dolori della mamma fino alle doglie e alla nascita, che è avvenuta in soli dieci minuti. “È successo tutto in fretta, ma la squadra ha fatto le cose giuste. Il fatto che il bambino fosse di sette mesi e il parto prematuro, l’ho scoperto solo quando ho visto il bambino. Era molto piccolo, a occhio, e la madre ha confermato: sì, era solo alla 29esima settimana”, racconta Yurieva. Sebbene la nascita in aria sia considerata una situazione nella norma, i casi sono estremamente rari. Questo perché ogni compagnia aerea ha le sue regole per il trasporto delle future mamme. I siti web infatti danno diverse raccomandazioni per i passeggeri, comprese le donne in gravidanza: molto spesso viene loro chiesto di astenersi dal volare. Molti vietano ufficialmente i voli dopo la 36esima settimana di gravidanza o raccomandano vivamente di non viaggiare negli ultimi mesi.
Articolo pubblicato il giorno 15 Luglio 2018 - 13:45