Napoli, cadavere di un pony ritrovato tra i rifiuti nelle discariche sotto al Ponte Fiat nella zona industriale. Il video
Gli auguri del giorno prima li respinge al mittente, “perche’ portano male”, dice. Ma nella sua vita si e’ divertito tanto: ha giocato, segnato (molto), vinto e fatto discutere (chi ricorda un gesto dell’ombrello nel 1969 a Palermo, con conseguente invasione di campo e l’arbitro Sbardella che lascia la Favorita in elicottero). Luci e ombre dell’ottantenne Jose’ Altafini (nato il 24 luglio 1938), di professione bomber dei due mondi, che oggi vive ad Alessandria con poco: ha dato tanti dispiaceri in Brasile come in Italia, e’ stato amato, osannato. “Nella mia vita ho realizzato tanto, ma tre cose le voglio ricordare – dice Altafini, detto ‘Mazzola’ (nel senso di Valentino, ndr) -: ho coronato il sogno di giocare al calcio, e questa e’ la cosa piu’ importante. Ma non solo: ho vinto un Campionato del mondo con la Selecao in Svezia, nel 1958; ho vinto la prima Coppa dei Campioni con una squadra italiana, segnando la doppietta decisiva del 2-1 milanista sul Benfica, a Wembley. Era il 1963. Basta e avanza”. Altafini in Italia ha giocato con il Milan, il Napoli e la Juve, prima di lasciare il calcio giocato e diventare commentatore televisivo. Adesso tagliera’ un altro traguardo: quello degli 80 anni. Auguri, ma solo da domani.
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