Cronaca Giudiziaria

Alla guida di un’auto senza patente: ‘salvo’ il nipote del boss Padovani di Boscoreale

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Boscoreale. L’avviso orale non è una misura di prevenzione: assolto il nipote del boss Carlo Padovani, trovato alla guida di un’auto senza aver mai conseguito la patente e processato per violazione delle prescrizioni della sorveglianza speciale. Giovanni Padovani, fu trovato alla guida di un’auto senza aver mai conseguito la patente. Secondo il Questore la sussistenza di una pluralità di condanne nei confronti del Padovani Giovanni, risultato coinvolto in fatti di droga  appariva, di per sé, elemento idoneo e sufficiente per desumerne un elevato livello di pericolosità sociale tale da esigere, quantomeno, un formale richiamo da parte dell’autorità di pubblica sicurezza a tenere una condotta di vita conforme a legge.
Richiamo ad una vita onesta che il giovane non rispettava affatto, visto che non si comportava in maniera conforme alla legge ma seguiva le sue leggi, violando la legge.
Ed infatti, il pregiudicato circolava tranquillamente in auto senza aver mai conseguito la patente di guida e di fatto trasgredendo le regole del codice della strada.
Giovanni Padovani quindi è stato processato dal giudice per violazione degli obblighi delle misure di prevenzione. Difeso dall’avvocato Gennaro De Gennaro, il pregiudicato ha scelto di essere giudicato col rito abbreviato. Il Pm aveva chiesto una severa condanna in quanto il Padovani si comportava secondo le sue regole come se vivesse nell’anarchia di una giungla e violando gli obblighi delle misure di prevenzione. Il giudice ha avallato la tesi della difesa ed ha assolto il pericoloso pregiudicato, ritenendo che l’avviso orale non fosse una misura di prevenzione. Nipote di Carlo Padovani, il signore della droga del Piano Napoli di via Passanti Scafati che faceva affari milionari con Franco Casillo, alias a vurzella, e figlio del pluri-condannato Antonio recluso da oltre dieci anni in un carcere di massima sicurezza, Giovanni Padovani ha evitato una nuova condanna.
Al processo relativo al maxi blitz del rione popolare di Boscoreale, tristemente famoso per essere la Scampia del vesuviano, il Pm aveva chiesto una condanna di 5 anni perché considerato al vertice dello spaccio. In quella occasione era stato condannato ad un anno e due mesi.


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