“Sono qui per mandare un messaggio, non una provocazione blasfema. Blasfemia e morbosita’ la vedo nella parte marcia della Chiesa che io stesso ho denunciato e che la Chiesa, posso dirlo a diversi mesi dalla presentazione del mio dossier, non ha negato che fosse la verita'”. Lo afferma Francesco Mangiacapra, l’avvocato che ha consegnato a inizio anno alla Curia napoletana un dossier in cui accusa i prelati di abusi sessuali e che oggi ha partecipato al Gay Pride di Napoli vestito da Cristo. Mangiacapra e’ accompagnato nella sfilata da Mirko Varlese, un ballerino ma anche catechista, vestito da angelo. Mangiacapra, riferendosi al suo dossier, ha sottolineato che si tratta di “una verita’ basata su una condotta di vita reiterata e abituale, non occasionale”. “Insieme a me c’e’ un angelo – ha spiegato Mangiacapra – che ci dice che dove c’e’ amore c’e’ Dio, quell’amore universale che non conosce sessi e generi sessuali. Lanciamo un messaggio di fratellanza, non una provocazione. Spesso la morbosita’ e’ negli occhi di chi guarda. Per questo ho portato un angelo che fa parte della chiesa, perche’ Mirko Varlese e’ un ministrante, un catechista, fa anche volontariato nella Chiesa e incarna il messaggio evangelico nel modo piu’ coerente che invece e’ lontano da alcuni preti che da un pulpito condannano quello che intimamente e segretamente perseguono. Noi siamo qui anche per loro, per dargli quelle liberta’ di cui usufruiscono gia’, ma con un atto di pirateria”. Migliaia di persone, camion scoperti colorati e pieni di musica, palloncini. Da Napoli a Ostia l’allegria del Gay Pride ha mostrato il suo volto variopinto unendo in gemellaggio le due citta’ nel nome della lotta alle mafie. A Napoli la manifestazione si e’ snodata anche quest’anno lungo le strade del centro. La festa e’ scorsa via caotica ma serena attraverso via Toledo e si e’ conclusa sul lungomare di Napoli, in un’esplosione di musica davanti al Golfo. Alla partenza, a Piazza Dante, e’ arrivato anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris: “Dal Gay Pride di Napoli – ha detto – parte un messaggio per, non contro. Per le liberta’ civili, per l’uguaglianza, i diritti, per le persone, tutte uguali nei diritti ma tutte differenti, ognuna col proprio sentimento. Un contributo per costruire una comunita’ in cui trovare l’amore non il rancore, l’indifferenza e il razzismo. Un messaggio forte sempre, e non perche’ oggi c’e’ Salvini al governo. Ci siamo sempre stati. Noi vogliamo costruire ponti di solidarieta’ e non mura di rancore”. Tra gli esponenti politici anche Marco Sarracino, membro della direzione nazionale del Pd, assieme a un gruppo di Giovani Democratici. Un messaggio politico, in un Gay Pride a cui ha preso parte anche Antonio Amoretti, uno dei partigiani delle Quattro Giornate di Napoli, e’ arrivato anche da Carlo Cremona, presidente dell’associazione IKen che ha sfilato insieme con migranti a rifugiati. A Ostia, invece, sul litorale romano, la parata per l’orgoglio omosessuale quest’anno ha acquisito anche un altro significato: manifestare contro le mafie proprio nel municipio che qualche anno fa fu sciolto per mafia e commissariato. Tra le bandiere arcobaleno e la musica che ha accompagnato tutto il pride, le rivendicazioni hanno spaziato dalle richieste di tutela e riconoscimento per i bambini delle coppie gay ai diritti per le persone trans. “Chiediamo tutele per i bambini della nostra comunita’. Andremo avanti territorio per territorio senza avere paura”, ha detto una manifestante. Sul palco anche Federica Angeli, giornalista de La Repubblica sotto scorta, che ha salutato cosi’ il popolo del Pride: “Ci sono le vittime dell’omofobia e le vittime di mafia. Abbiamo in comune il fatto di essere vittime del silenzio”.
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