Torre del Greco. Tutta la vicenda relativa al condizionamento del voto nella città del corallo sarebbe passata attraverso le chat sui cellulari. E a confermarlo sono i messaggi di testo e di audio trovati sui cellulari sequestrati ai primi otto indagati, assunti prima della tornata elettorale come operatori ecologici nel consorzio Gema. I primi riscontri arrivano dagli interrogatori. Un’indagine delicata quella che sta svolgendo la Procura ma che, dalle prime verifiche, conferma i primi sospetti. La scorsa settimana alcuni netturbini hanno deciso di rispondere alle domande e raccontare la propria versione dei fatti. Alcuni hanno provato a dare delle spiegazioni, uno è scoppiato in lacrime e qualche indagato ha ammesso parzialmente gli addebiti. Simone Magliacano, ex assessore di Ciro Borriello, iscritto nel registro degli indagati e interrogato nei giorni scorsi ha consegnato spontaneamente il suo cellulare. Arrivato in Procura ha chiesto che venisse acquisito anche il suo cellulare con messaggi audio e chat che lo scagionerebbero. “Nessun voto di scambio, ho aiutato un amico candidato, pagando alcuni netturbini per l’affissione dei manifesti” – questa la sua tesi.Dai telefoni dei giovani netturbini erano venuti fuori messaggi sulla compravendita dei voti. I ragazzi, assunti per sei mesi con uno stipendio da 500 euro, si sarebbero mossi tutti per convogliare i voti su due candidati al consiglio comunale al sostegno del sindaco neoeletto Palomba. I due candidati non sono stati ascoltati ma non è da escludere la loro presenza in Procura nei prossimi giorni. Intanto continua il lavoro della Commissione Elettorale Centrale a lavoro per il riconteggio dei voti. Dopo aver fatto gli ulteriori controlli sui risultati delle sezioni si procederà alla proclamazione del consiglio comunale.
Articolo pubblicato il giorno 28 Giugno 2018 - 07:48