Sospensione dall’attività di insegnamento perché accusate di maltrattamenti su minori. Questo è quanto riportato nell’ordinanza di custodia cautelare a firma del gip Valentina Giovanniello che ha fatto scattare la sospensione per suor Josi Sapi e suor Loyola Dionel, indonesiane, suor Genovina Barete e la madre superiora Anna Porrari della scuola dell’infanzia “Santa Teresa del Bambino Gesù” a San Marcellino.
La notizia ha sconvolto il piccolo paese dell’agro aversano, borgo di appena tremila abitanti in cui il gruppo di religiose era molto conosciuto.
La notizia ci ha sconcertato” commenta il sindaco Anacleto Colombiano. “La struttura esiste da sempre sul nostro territorio ed io stesso ho frequentato l’asilo in quell’istituto e non erano mai stati segnalati casi simili”, aggiunge. Qualche lamentela c’era stata ma non era inerente a maltrattamenti contro i bambini che frequentano l’istituto. Nel recente passato “una mamma aveva chiesto di trasferire una bambina dalla scuola gestita dalle suore a quella statale, ma per altri motivi che nulla avevano a che fare con le percosse. Altrimenti – sottolinea il sindaco – avremmo avvisato noi le forze dell’ordine”.
Eppure le accuse contro le suore sono gravissime, si parla di schiaffi, botte sulle parti intime, lividi e punizioni arcaiche, come quella di chiudere i bambini più irrequieti in stanze buie. Sono proprio questi particolari che lasciano l’amaro in bocca a gran parte delle persone: “Commentare una questione del genere è sempre molto complicato, non possiamo fare altro che avere fiducia nella giustizia, così come abbiamo sempre fatto, se c’è qualcuno che ha sbagliato è giusto che paghi”, conclude il sindaco. Anche Don Antonio il parroco della chiesa dedicata a San Marcellino, che dista poche centinaia di metri dall’istituto dove tutt’ora risiedono le religiose, non hai mai sentito lamentele sulle suore che frequentano e animano le celebrazioni religiose all’interno della parrocchia. “Da circa due anni sono a San Marcellino e non conosco a fondo le sorelle, hanno la loro vita da consacrate ma partecipano alle attività della chiesa, ma non ho mai sentito persone lamentarsi della loro attività. Speriamo – conclude il prelato – che si chiarisca tutto.
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