Non volevano ucciderlo e infatti hanno mirato alle gambe. Il proiettile che ha colpito Angelo Ranieri, il 38enne ucciso a Napoli nel rione Traiano alle 23 di ieri, si e’ conficcato nel bacino e ha lesionato un’arteria. Per l’uomo non c’e’ stato nulla da fare. E’ morto dopo un appuntamento ‘trappola’ con qualcuno che probabilmente conosceva e di cui si fidava il 38enne napoletano arrivato alle 23,30 in ospedale accompagnato dal fratello che, allertato dal colpo di pistola, lo ha visto esanime e ha fermato un’auto di passaggio. L’agguato e’ avvenuto in via Tertulliano, una zona ritenuta una roccaforte del clan Puccinelli-Petrone, famiglia di camorra storica che con i traffici di droga ha accumulato denaro e potere. Ed e’ proprio in quest’ambiente che si indaga. Ranieri, che aveva un precedente per rapina e per droga, potrebbe aver pestato i piedi a qualche boss della zona che voleva solo ‘punirlo’ e invece il proiettile lo ha ucciso. Gli investigatori hanno compiuto una serie di controlli da stanotte e hanno interrogato familiari e amici per capire se la giovane vittima fosse entrata in “rotta di collisione” con qualche pregiudicato del clan. Si stanno analizzando anche i dati telefonici e le chat del telefonino e dei social di Ranieri. Se come ipotizzano gli investigatori che la vittima sia stata attirata in una trappola è probabile che sul sul telefonino ci sia qualche traccia utile a risalire quantomeno a colui che gli aveva dato appuntamento.
Articolo pubblicato il giorno 5 Giugno 2018 - 22:02