Aniello Arena, in passato condannato all’ergastolo per la strage in piazza Crocelle avvenuta l’8 gennaio del 1991, è diventata una persona nuova grazie all’arte ma anche al lavoro, allla recitazione al cinema o al teatro. Un percorso lungo cominciato al carcere di Volterra dove ha conosciuto valori uovi e diversi da quelli che negli anni a cavallo tra gli ’80 e i ’90 lo resero uno spietato killer.
Oggi Arena è noto al grande pubblico per il ruolo da protagonista nel film “Reality” e per la più recente parte in “Dogman”, entrambi firmati da Matteo Garrone ed entrambi premiati a Cannes, oltre a tante performance al teatro -previa autorizzazione dei giudici -. E, stando alla nuova valutazione del Tribunale di Napoli, Aniello Arena riconquista un altro pezzo della sua libertà: la revoca della misura di sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno, che gli consentirà nei prossimi giorni di prendere parte a nuove esperienze cinematografiche anche in giro per l’Italia.
Prima di accogliere l’istanza di revoca, alla luce della documentazione presentata dall’avvocato penalista Operetto, i giudici di Napoli hanno rivolto alcune domande all’attore, ripercorrendo una storia umana prima ancora che giudiziaria. Negli anni Novanta, come ricorda Il Mattino,quando Arena aveva solo ventuno anni, era un killer della periferia orientale di Napoli, protagonista di un attacco sferrato al fortino del clan Aprea di Barra i cui colpi di kalshnikov uccisero tre persone tra cui un bambino di otto anni. Per questa vicenda, Arena è stato condannato all’ergastolo in via definitiva. Fine pena mai. Scrivono oggi i giudici: “Oggi l’Arena ha evocato il proprio tragico passato, tanto lontano da sé da definirsi carne che cammina, non solo per gli anni trascorsi ma anche per revisione critica della propria personalità; revisione intrapresa già durante la detenzione a Volterra grazie al coinvolgimento alle iniziative collegate all’arte e alla recitazione”. E anccora: “Non può che ribadirsi come egli da tempo abbia intrapreso un lungo percorso teso alla valorizzazione di altri aspetti della sua personalità, come emerge dalle attività compiute all’interno del carcere e dai permessi premio; e ha mostrato certamente di aver cominciato un valido percorso di reinserimento sociale, non violando alcuna prescrizione nei frequenti permessi premio di cui ha goduto dal 2007 in poi. Oggi l’Arena è completamente avulso da logiche criminali e si è distaccato, anche fisicamente, da quei luoghi e da quegli ambienti nei quali è maturato e si è espressa la sua pericolosità sociale”.
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