Napoli, cadavere di un pony ritrovato tra i rifiuti nelle discariche sotto al Ponte Fiat nella zona industriale. Il video
Napoli. Ventenne di Pianura in preda a un raptus di follia ha aggredito i vigili urbani dopo un tamponamento e poi ha sfilato la pistola d’ordinanza dalla fondina di uno degli agenti municipali e gridando “Io ti ammazzo, io ti ammazzo”, preme il grilletto ma il colpo non parte. E dopo una violenta colluttazione sono stati arrestati padre e figlio. Si tratta di Corrado Santoro, 54enne pregiudicato di Pianura e il figlio Marcello di soli 20 anni. E’ il protagonista della mattinata di follia in via Cilea a Napoli. Corrado Santoro alla guida di un furgoncino tampona una Smart. I vigili invitano il guidatore ad accostare per non intralciare la viabilità ma nel fare la manovra Santoro urta altre due auto in sosta. Scende dal veicolo, comincia ad urlare e picchia il vigile mandandogli tra l’altro in frantumi gli occhiali da vista. Anche un secondo vigile, intervenuto in aiuto del collega, viene picchiato. Santoro si sposta sul marciapiede e come se nulla fosse si accende una sigaretta. Sul posto arriva un’altra pattuglia dio vigili e a quel punto il 20enne Marcello Santoro si scaglia contro la vigilessa da poco giunta in via Cilea, un assistente capo di 48 anni, schiaffeggiandola con una forza tale da causarle la frattura della mandibola. Poi raggiunge alle spalle il luogotenente e gli estrae dalla fondina la pistola d’ordinanza, gliela punta dritta alla gola e urla “Io ti ammazzo, io ti ammazzo”. Preme quindi il grilletto per ameno tre volte ma il colpo per fortuna non parte: l’arma, infatti, non era ancora stata caricata. A quel punti gli agenti della polizia locale si lanciano su di loro e li ammanettano. Ora sono entrambi rinchiusi nel carcere di Poggioreale: il padre dovrà rispondere dei reati di resistenza e lesioni a publico ufficiale. Il figlio invece di tentato omicidio. Medicati ai pronto soccorso degli ospedali Cardarelli e Fatebenefratelli, i coraggiosi vigili del reparto Vomero sono stati dimessi con prognosi molto diverse le une dalle altre: il luogotenente, che ha riportato una frattura al pollice della mano, ha rimediato 15 giorni; il vigile 50enne sei giorni per ferite lacero-contuse al braccio; mentre l’assistente capo, alla quale i medici hanno riscontrato una frattura alla mandibola, è stata dimessa con 21 giorni di prognosi.
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