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Uccise moglie per incassare la polizza vita: fine pena mai

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La Corte d’Assise d’appello di Milano ha confermato la condanna all’ergastolo per Alessandro Argenziano, 42 anni, accusato di aver ucciso la moglie, Stefania Amalfi, 27 anni, in casa a Varese nell’aprile del 2015 per incassare la polizza sulla vita del valore di circa 30mila euro. Subito dopo il ritrovamento del corpo era stato ipotizzato che la donna si fosse tolta la vita, ma dopo un anno di indagini il marito era stato arrestato perche’, secondo l’accusa, avrebbe soffocato la moglie dopo averla sedata con dosi di farmaci, per simulare il suo suicidio. Il cadavere della donna venne trovato la sera del 26 aprile 2015 nel suo letto, nella casa popolare in via Conca d’Oro dove la coppia viveva. A chiamare i soccorsi quella sera era stato il marito, raccontando che la donna si era sentita male dopo aver ingerito dei farmaci. Sul corpo non furono riscontrati segni apparenti di violenza e per questo, in un primo momento, si penso’ al suicidio. Presto pero’ i sospetti si orientarono sul marito che aveva fornito dichiarazioni ritenute “contraddittorie”. Dagli esami autoptici, inoltre, emerse che la morte era stata provocata dal soffocamento. Dopo un anno di indagini la polizia arresto’ Argenziano con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal vincolo matrimoniale e maltrattamenti. Oggi e’ arrivata la conferma dell’ergastolo da parte della Corte, presieduta da Maria Grazia Bernini, come chiesto dal sostituto pg Antonio Cristillo. La difesa, con l’avvocato Stefano Amirante, aveva anche chiesto una perizia sulla capacita’ di intendere e di volere dell’uomo. Riconosciuti dai giudici i risarcimenti ai familiari della vittima, assistiti dai legali Furio Artoni e Alessandra Sisti, e disposto il sequestro conservativo della polizza assicurativa, come chiesto dal pg.


Articolo pubblicato il giorno 21 Giugno 2018 - 07:36


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