Modena.Lo avrebbe ucciso il socio in affari, probabilmente per dissidi di natura economica, l’annuncio della chiusura dell’attivita’ imprenditoriale in comune. Con questa convinzione, supportata da diversi elementi probatori che saranno presentati al gip, la procura di Modena, a firma del pm Marco Niccolini, ha emesso la scorsa notte un decreto di fermo nei confronti di Pietro Ragazzo, cinquantenne originario di Avellino, ma residente a Modena, per l’omicidio di Raffaele Cavaliere, imprenditore edile di 67 anni del Casertano, ma che viveva da tempo sempre nella citta’ emiliana, trovato cadavere ieri mattina dalla polizia di Stato, in via Emilia Est all’altezza di Gaggio di Piano. Il delitto sarebbe avvenuto nel corso della giornata di martedi’, quella precedente il rinvenimento, avvenuto grazie al gps dell’auto della vittima (una Alfa Romeo 156 vecchio modello), successivamente all’allarme dato da uno dei figli di Cavaliere, che non riusciva a mettersi in contatto con lui da diverse ore. Non e’ chiaro se l’omicidio sia avvenuto in quell’area e direttamente all’interno della vettura, dove il 67enne e’ stato trovato massacrato da numerosi fendenti, sui sedili posteriori. L’assassino, che aveva una srl a Modena appunto con Cavaliere, e che avrebbe agito per l’intenzione di chiudere la societa’, avrebbe utilizzato un cutter per uccidere il 67enne; l’arma, stando a quanto riferito dalla squadra mobile della polizia, oggi in conferenza stampa a Modena, e’ stata ritrovata ed era in possesso proprio di Ragazzo. Altro elemento determinante per il provvedimento, il fatto che il presunto omicida si sarebbe fatto venire a prendere in auto da almeno una persona (che e’ stata ascoltata) non lontano da dove poi e’ stato trovato il cadavere dell’imprenditore casertano. Se il questore di Modena, Filippo Santarelli, sottolinea la rapidita’ delle indagini della mobile, il procuratore capo Lucia Musti chiarisce che “quella che ha portato al fermo dell’indiziato e’ stata l’unica possibile pista battuta fin da subito”. Il vice questore aggiunto Marcello Casello, capo della mobile, mette in evidenza infine che numerosi aspetti legati al delitto devono ancora essere approfonditi, pur essendoci tutti gli elementi necessari per il fermo. Le indagini si sono avvalse anche delle immagini di alcune telecamere di sorveglianza, cosi’ come dell’individuazione delle celle telefoniche. Dettagli, anche questi, che confermerebbero, secondo gli inquirenti, le responsabilita’ di Ragazzo, alle cui spalle risultato alcuni precedenti penali per reati contro il patrimonio. Non e’ stato riferito se il fermato abbia o meno confessato la responsabilita’ dell’accaduto: ma l’indiscrezione sul movente, la dissoluzione annunciata della srl, fa pensare che non solo gli inquirenti avessero in mano qualche elemento, ma che pure il sospettato abbia ammesso qualcosa.
Gli uomini della squadra mobile di Marcello Castello hanno chiuso il caso in meno di 24 ore grazie ad una serie di indizi raccolti attraverso indagini tradizionali come tabulati, celle telefoniche e immagini delle telecamere. ‘Un’attività condotta senza sosta – spiega Castello – condotta anche raccogliendo le audizioni di diversi testimoni. Movente dell’omicidio i dissapori tra i due soci legati alla gestione della srl legata all’attività edile. Trovata l’arma del delitto: un cutter usato per colpire più volte la vittima fino alla morte”.Cavaliere è stato trovato infatti massacrato con decine di coltellate. Il cadavere dell’uomo è stato trovato alle due di ieri notte dagli agenti della volante che da poco avevano intercettato l’auto dell’imprenditore, un’Alfa 156, nell’area che si affaccia sulla via Emilia Est, grazie al segnale Gps. Era stato uno dei due figli dell’uomo, martedì sera alle 21, a lanciare l’allarme dopo che il padre risultava scomparso dal pomeriggio: non rispondeva al telefono e non era rientrato a casa. Una situazione che aveva messo in allerta la famiglia, tanto da contattare la polizia. Quando gli agenti hanno individuato l’auto a Gaggio di Castelfranco Emilia, nella piccola area di sosta situata accanto ad un bar abbandonato all’incrocio con via Mavora, hanno subito intuito la gravità della situazione. Dall’esterno si scorgeva infatti la sagoma del 67enne, adagiato sui sedili posteriori. Quando gli agenti hanno aperto la portiera, si sono trovati dinanzi ad una scena raccapricciante: il corpo della vittima era interamente ricoperto di sangue. L’assassino, infatti, ha colpito l’imprenditore edile con numerosi fendenti: sul collo, al volto, al petto e sulle braccia; segno che l’uomo ha lottato fino alla fine per sfuggire alla furia omicida. Subito si è mossa la macchina investigativa: sul posto sono arrivati gli uomini della Scientifica, il medico legale e il pm titolare dell’indagine, Marco Niccolini.
Chi era Raffaele Cavaliere? Un lavoratore – afferma chi lo conosce – che si dava da fare un po’ in tutti i settori, tanto che in passato aveva gestito anche un negozio alimentare nella zona est della città. Ci teneva a far conoscere ai modenesi i prodotti della propria tradizione enogastronomica. Un appassionato di calcio, anche, tanto che non era raro vederlo arrivare la sera nei club o nei bar, per seguire le partite con gli amici. La famiglia dell’uomo, sconvolta, non ha rilasciato dichiarazioni. Qualche vicino di casa, rispondendo al citofono, ci ha tenuto a sottolineare come l’imprenditore fosse una persona perbene, sempre cordiale e disponibile.
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