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Latitante si nascondeva nel mini bunker dietro l’armadio: era ricercato da un anno

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Era braccato da quasi un anno, dall’agosto 2017, quando si era reso irreperibile a seguito di un provvedimento di cumulo di pene per il quale doveva espiare tre anni, 7 mesi ed otto giorni di carcere. Dopo 10 mesi di ricerche i carabinieri sono riusciti a trovare Vincenzo Patricelli, 52 anni di Marcianise. E’ stato condannato per furto aggravato, detenzione abusiva di armi e detenzione ai fini di spaccio di droga.Patricelli, che è stato condannato anche a pagare una multa di circa seimila euro, è stato individuato nella propria abitazione a Marcianise, nel casertano, dove era tornato da poco tempo.Quando i militari hanno fatto irruzione nella casa il 52enne si trovava nascosto in un nascondiglio nel muro della stanza da letto, coperto da un grosso armadio, appositamente modificato in modo da rendergli agevole l’ingresso nell’intercapedine: un minibunker. L’uomo stato portato in carcere a Santa Maria Capua Vetere.La cattura di Patricelli – sottolineano gli investigatori – dimostra che c’è un cambiamento del tessuto in atto che permette alle forze dell’ordine di conseguire risultati importanti. Sebbene il 52enne arrestato non fosse inserito nel tessuto della criminalità organizzata della zona, la sua cattura arriva dopo recenti importanti operazioni. Come quella del 4 giugno scorso dei carabinieri di Marcianise che hanno arrestato 40 indagati accusati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope con le aggravanti dell’utilizzo del metodo mafioso, dell’impiego della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo dei clan Belforte e Piccolo-Letizia. Oltre al clamore dei 40 arresti, il risultato investigativo contribuisce a creare una maggiore fiducia della cittadinanza nelle istituzioni che può rendere più efficace il lavoro delle forze dell’ordine anche su altri fronti.Con l’operazione sfociata nel blitz del 4 giugno scorso fra le province di Caserta, Torino, Reggio Emilia e Mantova denominata ‘Unrra casas’, messa in campo da settembre 2014 a maggio 2015 con osservazione, controllo, pedinamento e intercettazioni telefoniche, che ha permesso di contrastare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti nei comuni di Marcianise, Capodrise e Maddaloni, è stato sgominato un monopolio ottenuto con assoggettamento e omertà, al fine di agevolare le organizzazioni camorristiche denominate Belforte e Piccolo-Letizia.


Articolo pubblicato il giorno 17 Giugno 2018 - 20:34

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