Non si tratta di piccoli commercianti, artigiani e imprenditori, che rappresentano l’ossatura economica del Paese – sempre da tutelare – e che magari hanno omesso di rilasciare uno scontrino. Parliamo invece dei grandi evasori, ossia di quei soggetti fiscalmente pericolosi i cui patrimoni sono espressione diretta dei gravi reati tributari o economico-finanziari commessi; importi tutt’altro che insignificanti se si pensa che questi evasori, tutti insieme, in un anno e mezzo hanno sottratto allo Stato 2 miliardi e 300 milioni di euro (in media, più di 2 milioni ciascuno). E non ci si riferisce a numeri ancora da accertare o a importi da recuperare a tassazione o incassare da parte del fisco, ma (per oltre la metà, pari a 1,3 miliardi di euro) a valori e beni dapprima “congelati” e poi acquisiti in via definitiva (con la confisca) al patrimonio dello Stato.
Ci si è arrivati seguendo uno dei nuovi percorsi intrapresi dalla Guardia di Finanza, che mira a “stanare” gli evasori qualificando e quantificando la sproporzione esistente tra i redditi dichiarati e il patrimonio della persona interessata da procedimenti di prevenzione patrimoniale. Un percorso vincente perché non ancorato alla ricerca degli indizi di evasione – non sempre agevoli da riscontrare – ma fondato sul rilevamento della contraddizione emergente tra le manifestate disponibilità finanziarie e lo spesso esiguo reddito dichiarato.
Grandi evasori fiscali, quindi, che quasi mai evadono da soli, ma si avvalgono di una rete di connivenze per realizzare circuiti viziosi fatti di fatture false, emesse o utilizzate in contabilità. Veri e propri sodalizi criminali che, affidandosi in qualche caso all’esperta consulenza di studi tributari, sono in grado di minare la concorrenza tra le imprese sane del Paese. Quello connesso alle fatture false è un fenomeno arduo da contrastare proprio per le difficoltà connesse alla necessità di dimostrare l’inesistenza delle transazioni – a volte immateriali e complesse oltre che di respiro internazionale – o per i tempi occorrenti, talvolta lunghi, per raccogliere tutte le prove. Nella “categoria” dei grandi evasori non rientra soltanto chi si avvale delle fatture false. Ci sono anche quelli delle frodi cosiddette “carosello”, quelli che costituiscono crediti IVA fittizi o che ottengono indebite compensazioni di imposte e contributi: sono 3.188 i casi di società “cartiere” o “fantasma”, create ad hoc per la realizzazione di frodi all’IVA, la costituzione di crediti fittizi e l’ottenimento di indebite compensazioni. Vi sono poi coloro che, più intraprendenti, si spingono oltreconfine trasferendo all’estero i propri profitti e, per finire, quelle imprese straniere che operano in Italia, ma non dichiarano nel nostro Paese i redditi su cui hanno l’obbligo di pagare imposte nazionali.
Nel settore della fiscalità internazionale i casi di evasione scoperti nel 2017 e nei primi 5 mesi del 2018 sono stati 2.120. Interventi sempre più mirati per contrastare le frodi fiscali: 128.000 in tutto, tra verifiche e controlli, avviati nei confronti delle persone e delle imprese considerate maggiormente a rischio di evasione fiscale.
Sfiorano i 23.000 i reati fiscali denunciati in un anno e mezzo di attività. Il 67% di questi sono rappresentati dagli illeciti più insidiosi e pericolosi per la stabilità economico-finanziaria del Paese e per la libera concorrenza tra imprese: l’emissione di fatture false, la dichiarazione fraudolenta, l’occultamento di documentazione contabile. 17.000 i responsabili individuati, 378 dei quali finiti in manette.
I sequestri di disponibilità patrimoniali e finanziarie ai responsabili di frodi fiscali ammontano a 1,1 miliardi di euro, cui si aggiungono le ulteriori proposte di sequestro già avanzate, per 5,7 miliardi di euro.
Sono 12.824 le persone del tutto sconosciute al fisco (evasori totali) responsabili di aver evaso, in un anno e mezzo, 5,8 miliardi di IVA. Nello stesso periodo sono stati verbalizzati 6.361 datori di lavoro per aver impiegato 30.819 lavoratori in “nero” o irregolari.
Nel settore delle accise, i 5.300 interventi conclusi dalle Fiamme Gialle hanno portato al sequestro di oltre 18.400 tonnellate di prodotti energetici oggetto di frode. A questi si aggiunge un consumato in frode pari a circa 225.000 tonnellate.
Nel comparto del gioco e delle scommesse, eseguiti oltre 6.000 controlli e concluse 352 indagini di polizia giudiziaria. Altra fenomenologia illecita contro cui, dopo l’evasione, il Corpo riversa le proprie migliori risorse, è la corruzione, campo nel quale, sempre nell’ultimo anno e mezzo, sono state denunciate, per reati in materia di appalti e altri delitti contro la Pubblica Amministrazione, oltre 6.000 persone, il 10% delle quali è finito in manette (644). Anche i sequestri eseguiti per 800 milioni di euro in tutto il comparto della tutela della spesa pubblica danno il senso dell’efficacia delle misure intraprese se si pensa che 600 milioni sono i sequestri nel solo settore degli appalti e del contrasto alla corruzione. Sequestri che consentono, almeno in parte, di ristorare lo Stato dai fenomeni di malaffare e di cattiva amministrazione scoperti dalla Guardia di Finanza.
Il valore degli appalti in cui sono state riscontrate irregolarità è di 2,9 miliardi di euro su un totale di gare sottoposte a controllo pari a 7,3 miliardi di euro: il che si traduce nel 40% di irregolarità nell’aggiudicazione delle gare oggetto di indagine.
Ma la corruzione è solo la punta dell’iceberg di un insieme di inefficienze e sprechi di risorse di cui si rendono colpevoli persone che, operando nel pubblico, procurano danni all’erario: nell’ultimo anno e mezzo le Fiamme Gialle ne hanno individuate 8.400, responsabili di un danno erariale da 5 miliardi di euro.
Le frodi scoperte in danno del bilancio nazionale e comunitario sono state pari a oltre 1,5 miliardi di euro, mentre si attestano a 175 milioni quelle nel settore della spesa previdenziale e sanitaria. I soggetti nel complesso denunciati sono stati 12.741, con l’esecuzione di oltre 40.000 interventi a tutela dei principali flussi di spesa pubblica.
Proseguendo in ambito sanitario, ci sono poi i “furbetti” del ticket, settore nel quale i controlli mirati hanno consentito di individuare “sacche” di irregolarità nel 90% dei casi: in pratica, ogni 10 persone controllate, almeno 9 si sarebbero fatte curare gratis, in ospedali pubblici o in altre strutture private convenzionate senza averne diritto.
Altro settore particolarmente a rischio è quello delle assistenze domiciliari, dei pasti a domicilio, degli assegni per il nucleo familiare e di quelli di maternità, degli assegni per le mense scolastiche, delle borse di studio, ecc.; insomma di tutti quegli aiuti economici e servizi sociali di assistenza spettanti ai cittadini che versano in particolari e delicate condizioni economiche e sociali.
I controlli svolti in tale ambito dalla Guardia di Finanza – polizia economico-finanziaria a forte vocazione sociale – mirano proprio a evitare che delle “prestazioni sociali agevolate” – questa la definizione tecnica degli aiuti in argomento – possa beneficiare chi non ne abbia diritto, a danno dei più bisognosi. I risultati ottenuti sono significativi: il 39% dei controlli svolti ha evidenziato irregolarità.Le indagini patrimoniali contro le mafie, volte a sottrarre le risorse finanziarie e patrimoniali dalle quali le consorterie criminali traggono sostento, hanno portato alla confisca (e ristabilito il possesso da parte dello Stato) di beni e valori per 2 miliardi di euro. Ulteriori 3 miliardi sono stati, inoltre, sequestrati, mentre le richieste di sequestro in corso ammontano a 4,6 miliardi di euro.
Il denaro illecitamente accumulato dalle “mafie”, dagli evasori seriali, dai corrotti e corruttori e dagli altri criminali, per poter essere “lavato” della sua provenienza “sporca”, deve essere riciclato in attività o in investimenti apparentemente “puliti”.
Ecco che seguire i flussi finanziari diventa fondamentale in ogni tipologia di contrasto agli illeciti. Il valore del riciclaggio accertato dalla Guardia di Finanza nell’ultimo anno e mezzo si è attestato attorno ai 3 miliardi di euro. Un fiume di soldi intercettato grazie alle circa 1.300 indagini di polizia giudiziaria avviate, da cui sono “scattate” denunce per riciclaggio e autoriciclaggio nei confronti di 2.508 persone (di queste 284 agli arresti).
I sequestri effettuati su ordine della Magistratura ammontano a 769 milioni di euro. La lotta al fenomeno del riciclaggio non si fa però solo con la repressione. Per contrastarlo al meglio è necessaria anche una seria azione preventiva attraverso le analisi del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria delle segnalazioni di operazioni sospette. Delle oltre 131.600 S.O.S. esaminate, 38.600 sono state sottoposte a indagini più approfondite. Di queste, 756 sono risultate attinenti al finanziamento del terrorismo internazionale .
Il controllo dei movimenti di soldi presso i confini terrestri e navali, compresi porti e aeroporti e sedi doganali, ha portato alla scoperta di 14 milioni di euro illecitamente trasportati al seguito dalle persone che entravano in Italia o ne uscivano. Accertate 8.500 violazioni.
Scoperti infine reati fallimentari con il sequestro di beni per 725 milioni di euro su un totale di patrimoni risultati distratti di oltre 6 miliardi di euro.
Anche la contraffazione fa male al Paese perchéè danneggia il made in Italy, svilendo il prestigio del marchio italiano nel mondo. Rientrano negli oltre 264 milioni di articoli sequestrati dalle Fiamme Gialle nell’ultimo anno e mezzo quelli propriamente contraffatti o con falsa indicazione del made in Italy, quelli non sicuri e i prodotti alimentari recanti marchi industriali falsificati o indicazioni non veritiere circa l’origine e la qualità. Praticamente è come se ogni italiano avesse fatto esperienza – dal 1° gennaio 2017 a oggi – di prodotti con marchio falso per ben 4 volte. In questo settore, i Reparti operativi del Corpo hanno eseguito oltre 15.600 interventi, svolgendo più di 4.500 deleghe dell’Autorità giudiziaria.
Di pari passo, le Fiamme Gialle hanno oscurato o sequestrato 521 siti internet, utilizzati per commercializzare on line merce contraffatta.La contraffazione non risparmia alcun settore: ne sono testimonianza le banconote, le monete, i titoli, i certificati e i valori bollati falsi sequestrati dal Corpo dal 1° gennaio 2017, per un valore complessivo di 12 milioni di euro. Denunciate 366 persone, 65 delle quali agli arresti. Non tende sicuramente a rallentare l’azione a contrasto dei traffici di droga. Con il tempo diventano semmai più efficaci i modi e i mezzi usati per combatterli. Significativo il fatto che il 50% delle oltre 100 tonnellate di stupefacenti, sequestrate dal 2017 a oggi, sia stato intercettato grazie a grandi operazioni aeronavali condotte dalla GdF quale Polizia Economico-Finanziaria e del Mare (vgs. punto 15 allegata scheda).
E sempre in termini di tonnellate deve ragionarsi quando si fa riferimento ai risultati ottenuti dal Corpo nel settore del contrasto al contrabbando di sigarette: 370 sono state, infatti, le tonnellate di tabacco sequestrato nel corso di oltre 7.600 interventi.
In mare caccia aperta ai narcotrafficanti quindi, ma anche agli scafisti e a tutti coloro che sfruttano il fenomeno della migrazione. 751 gli arresti e 382 i mezzi sequestrati dalla Guardia di Finanza nelle nostre acque.
In termini di diretto intervento a favore dei cittadini, soprattutto di quelli che si trovano in difficoltà, ha operato nell’ultimo anno e mezzo il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, meglio noto come S.A.G.F., che ha eseguito 2.624 interventi in montagna, prestando aiuto a 2.873 persone.
Per l’intero periodo estivo i Reparti Aeronavali del Corpo continueranno a garantire una costante presenza sul mare e nello spazio aereo sovrastante a favore dei villeggianti e delle imprese che operano lungo le coste italiane. Un piano straordinario di rafforzamento del dispositivo di sicurezza economico-finanziario nazionale è già in campo da parte della Guardia di Finanza per prevenire e contrastare fenomeni di illegalità diffusa, a tutela degli operatori nei settori economici che, proprio nel periodo estivo, vedono incrementare il proprio fatturato nonché per garantire una costante presenza del Corpo sul mare e nello spazio aereo sovrastante.
Quest’estate saranno anche potenziate le attività della Guardia di Finanza connesse all’esercizio delle funzioni di controllo doganale in materia di commercio della fauna e della flora tutelate dalla Convenzione di Washington (c.d. C.I.T.ES.) per contrastare i traffici illeciti di specie animali e vegetali in pericolo di estinzione. Il controllo economico del territorio, infine, contribuirà al presidio di strade, aree urbane, porti, aeroporti, frontiere marittime e terrestri per la ricerca di fenomeni di sommerso d’azienda e di lavoro nonché per la prevenzione ed il contrasto di tutte le tipologie di traffici illeciti.
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