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Incassavano i soldi dalla gestione dei centri per migranti: gli indagati sono 41

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Sono cinque le persone nei cui confronti la Digos di Benevento, i carabinieri del Nucleo Investigativo sannita e gli uomini del Reparto antisofisticazione e sanità di Salerno hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Benevento, su richiesta della Procura. Tra i cinque ci sono un funzionario pubblico, un impiegato del Ministero della Giustizia e un appartenente alle forze dell’ordine. Le accuse riguardano diversi reati di truffa ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche, frode in pubbliche forniture, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio nell’ambito della gestione di centri di accoglienza di migranti nella provincia di Benevento. L’indagine, spiega una nota della procura, è partita nel novembre 2015 dopo un esposto e ha fatto luce su di una serie di gravi comportamenti. In particolare, le investigazioni hanno permesso di ricostruire un sistema criminale che sostanzialmente lucrava sulle assegnazioni pilotate dei migranti, sul sovraffollamento dei centri, sulla falsa attestazione di presenze degli ospiti, con la connivenza di alcuni pubblici dipendenti. Nello stesso procedimento sono indagate altre 36 persone, accusate di diversi reati scopo. Paolo Di Donato, ex amministratore e da qualche anno consulente del consorzio Maleventum, che gestisce diversi centri nel Sannio, l’imprenditore Angelo Collarile, Giuseppe Pavone, dipendente del ministero della Giustizia, Felice Panzone, dipendente della Prefettura, e il carabiniere Salvatore Ruta. Sono i cinque ora ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta. Le ipotesi di reato contestate a vario titolo vanno dalla truffa ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche, alla frode in pubbliche forniture, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio. “Era un vero e proprio business dell’accoglienza in cui la parte offesa erano i migranti”. Cosi’ il procuratore di Benevento, Aldo Policastro, ed il procuratore aggiunto Giovanni Conzo, hanno definito l’operazione che ha portato 5 persone ai domiciliari nell’inchiesta sulla gestione dei centri d’accoglienza e 36 indagati. “I migranti – hanno aggiunto – vivevano in condizioni disumane”. Cinque strutture che ospitavano i migranti sono state sequestrate.”La Procura si occupa di reati, non di politica”. Cosi’ il procuratore di Benevento, Aldo Policastro, ed il procuratore aggiunto Giovanni Conzo, rispondendo, in conferenza stampa, ai giornalisti che hanno chiesto se l’indagine che ha portato 5 persone ai domiciliari non sia che la conferma delle parole del ministro Salvini su una certa gestione affaristica del business dei migranti. L’inchiesta sul business dei migranti nel Sannio portata a termine dalla Procura di Benevento, che ha coordinato le indagini della Digos della Questura di Benevento e dell’Arma, ha ricevuto i complimenti del ministro Salvini? “No, non era tenuto”. Cosi’ il procuratore di Benevento, Aldo Policastro, il procuratore aggiunto Giovanni Conzo ed il questore Giuseppe Bellassai hanno risposto in conferenza stampa ai giornalisti dopo che gli inquirenti hanno sottolineato “la collaborazione tra le forze dell’ordine” nella complessa indagine sull’accoglienza dei migranti in cui sono coinvolti anche diversi funzionari, tutti indagati, della pubblica amministrazione, del ministero della giustizia e della prefettura, oltre alle cinque persone finite in manette, tra cui un carabiniere e un funzionario della prefettura, fino a qualche anno fa in servizio a Benevento.


Articolo pubblicato il giorno 21 Giugno 2018 - 15:11

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