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I ‘Furbetti dell’F24’ si vantavano delle truffe ma vivevano con la paura di essere arrestati. TUTTI I NOMI DEI COINVOLTI

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I “furbetti dell’F24” scoperti ieri dalla Guardia di Finanza con 16 misure cautelari avevano le sedi centrali presso  due studi di commercialisti, a Napoli e ad Aversa, erano riusciti a raggirare il Fisco dichiarando per i loro clienti crediti che erano del tutto inesistenti e così ad andare a compensare i debiti che invece avevano verso l’erario. Tutto parte dalla denuncia in Procura di diversi imprenditori napoletani che una volta rivoltisi ai due studi avevano ricevuto una cartella esattoriale con le contestazioni di cifre, che a detta dei commercialisti, erano state cancellate. Così è stato accertato che quella che i professionisti ritenevano essere una vittoria era invece una truffa. Cinquecento le persone coinvolte e cinquemila gli F24 presentati tra il 2013 e il 2016 che compensavano crediti inesistenti. In pratica il Fisco accertava un debito di svariate migliaia di euro e i commercialisti lo azzeravano con dichiarazioni di crediti falsi. A capo della ‘cricca’ c’erano Renato De Luca, uno dei commercialisti arrestati, il dipendente dell’Agenzia delle Entrate, Guglielmo Di Guida, in servizio presso l’ufficio territoriale di Napoli 3 e Vincenzo Campoluongo, consulente tributario della società Tfc Professional srls, di Aversa, a sua volta in stretto collegamento con Renato De Luca, il dominus dell’organizzazione e titolare della Dnl srls.

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Moltissimi dei contribuenti erano consapevoli delle situazioni illecite che si erano andate a creare e altri invece erano all’oscuro di quello che accadeva e pagavano la parcella molto “salata” ai due professioni che prendevano il 15 per cento di quanto erano riusciti (per finta) a cancellare. So- no coinvolti anche un funzionario delle Agenzie delle Entrate che aveva il compito di segnalare ai due commercialisti i contribuenti ai quali stava per arrivare l’accertamento dell’Agenzia, due avvocati, che lavoravano davanti alle commissioni tributarie e tre imprenditori, uno dei quali di Napoli e operante nel settore dei metalli, che ha fatto compensazioni fraudolente per oltre 6 milioni di euro. Tutte con dichiarazioni dei redditi false. Come facevano? Lo hanno gli investigatori , in pri-mis il generale Luigi D’Alfonso e il comandante Giovanni Salerno. Prima che arrivasse l’accertamento il dipendente dell’Agenzia delle Entrate, Guglielmo Di Guida, in servizio presso l’ufficio territoriale di Napoli 3, il quale procacciava i clienti a Vincenzo Campoluongo, consulente tributario della società Tfc Professional srls, di Aversa, a sua volta in stretto collegamento con Renato De Luca, il dominus dell’organizzazione e titolare della Dnl srls, contattava i contribuenti e proponeva un trattamento all inclusive. Un pacchetto completo con il quale indicava ai potenziali clienti la possibilità di un ricorso alla commissione tributaria contro il debito accertato da Equitalia e poi la cancellazione di tutto. Lo faceva grazie al sistema di home banking. Caricava grazie ad una serie di complici e suoi dipendenti(tutti quanti destinatari della misura cautelare) gli  F24 falsi. Se il debito accertato era 10mila euro lui caricava F24 per 10mila euro e un centesimo. Il sistema registrava l’avvenuto paga- mento e così il ruolo veniva cancellato. I due avvocati poi presentavano la cancellazione alla commissione tributaria e il gioco era fatto, salvo poi gli accertamenti che sono seguiti. Cinquecento sono i contribuenti che adesso saranno contattati dall’Agenzia delle Entrate e dovranno pagare tasse che erano state cancellate.
Dalle indagini è emerso che Renato De Luca si vantava di quello che faceva. In una conversazione, come riporta Il Roma, con un conoscente che gli chiedeva informazioni in merito a Vincenzo Campoluongo, altro componente della cricca, rivendicava con orgoglio di avergli risolto una grana. “Sono stato io con quel ricorso dello sgravio Iva – dice al conoscente dall’altra parte del telefono – Campoluongo è mio amico, gli faccio io tutte le pratiche a lui, tutte quante a me vengono amore mio, lavoriamo insieme, è una vita, sono tre anni. Quello da me viene e gli faccio le pratiche. Tengo tutti i clienti di Campoluongo, li tengo tutti io”. In un’altra conversazione De Luca si attribuisce anche il merito dell’annullamento dei ruoli della riscossione di un contribuente napoletano che aveva 11 milioni di debiti: “Io gli ‘spugnalato’ tutte le cartelle, c’è sempre una soluzione, solo alla salute purtroppo non c’è soluzione”. Ed ancora, parlando di una pratica di un cliente di Campoluongo, De Luca dice: “Bellissimo, questo pure è andato bene, tieni tieni, un altro andato bene, tengo tutte le carte io e io vado avanti”. Gli investigatori ritengono poi significativa un’altra conversazione, che è dai toni anche paradossali. A parlare sempre De Luca con il collaboratore Luciano Rispoli, destinatario del provvedimento del gip Alfano. Alla domanda su quale tipo di lavoro dovesse indicare nel modulo da presentare alla banca, De Luca risponde: “Ladro”. Rispoli suggerisce di indicare “Consulente Tributario”, ma lui insiste: “Ladro”. Era poi sempre molto preoccupato di essere arrestato per quello che faceva e in una conversazione lo ha raccontato. A Luciano De Rosa, imprenditore di una società di Napoli, diceva: “Ti dico una cosa, io dormo con l’incubo che alle cinque mi bussano alla porta. A prima mattina. Quando passano le cinque del mattino poi penso: ‘Va bene, è andata anche oggi”. Dopo la presentazione del modello F24 fraudolento, De Luca attendeva lo sgravio del ruolo da parte di Equitalia prima di comunicare al cliente il buon esito della consulenza e incassare il compenso pattuito. Nel caso in cui la pratica riguardava un contribuente procacciatogli da Campoluongo, aggiornava quest’ultimo: “Eh, no glielo puoi dire che tra una settimana si trova il problema risolto, deve aspettare cinque giorni”.
Agli atti del provvedimento ci sono decine di intercettazioni e anche molti messaggi che i componenti della cricca si scambiavano tra loro nel corso delle trattazioni delle pratiche da affidare agli studi di consulenza e di commercialisti.

I COINVOLTI NELL’INDAGINE

DE LUCA RENATO NAPOLI 27/11/1974
CAMPOLUONGO VINCENZO NAPOLI 08/04/1965
CAMPOLUONGO LUIGI NAPOLI 15/04/1993
DI GUIDA GUGLIELMO NAPOLI 06/04/1954
FERRIERI GIUSEPPE CROTONE 04/12/1968
ACCARDO ANTONY SOMMA 19/08/1992
PISCOPO RITA NAPOLI 18/05/1983
DE ROSA LUCIANO NAPOLI 30/11/1972
GRAGNANIELLO CARMINE NAPOLI 03/09/1982
SANTONASTANO GIANLUCA NAPOLI 19/09/1988
MAFFEI MICHELANGELO NAPOLI 07/07/1972 NAPOLI
MAYER SALVATORE NAPOLI 06/08/1994
MONNA SOFIA NAPOLI 11/06/1981
MUSELLA LUCA NAPOLI 21/08/1983
RISPOLI RAFFAELE NAPOLI 14/06/1974
GAROFALO CARMINE SAN GIUSEPPE 18/12/1965
ABBATE ANTONINO NAPOLI 09/05/1976
CARDONE GIOVANNI VILLARICCA 12/05/1952
RICCI PIETRO PORTICI 10/07/1974
RUSSO GIOVANNI ROMA 01/06/1954
ZIMBALDI UMBERTO CASORIA 25/04/1960
SALZANO MARCO AFRAGOLA 26/12/1968


Articolo pubblicato il giorno 21 Giugno 2018 - 09:55 / di Cronache della Campania


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