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Giornalisti: una nuova proposta di legge sulla diffamazione e sulle querele temerarie

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“Il Pd ha presentato alla Camera una proposta di riforma della diffamazione a mezzo stampa il cui obiettivo è trovare un punto di equilibrio tra la tutela della dignità delle persone e il diritto di cronaca, sostenendo il lavoro – spesso coraggioso – dei giornalisti d’inchiesta”. Lo dichiara Walter Verini, deputato del Partito democratico e componente della Commissione Giustizia della Camera, a proposito della proposta di legge di cui è primo firmatario. “Il primo obiettivo – spiega – è naturalmente quello di abolire finalmente il carcere per i giornalisti, retaggio del codice Rocco. Nella precedente legislatura la camera approvò questa abolizione, ma purtroppo il Senato non riuscì a votarla in seconda e ultima lettura. Sì a sanzioni più congrue, più adeguate, con un rafforzamento del codice deontologico, una responsabilizzazione degli autori, ma anche dei direttori, che hanno il dovere di vigilare sui contenuti delle loro testate. Questo schema permette di trovare un punto di equilibrio tra, da una parte, il diritto della collettività di essere informata e dei giornalisti di informare; dall’altra, il diritto del singolo a non essere diffamato”. “Allo stesso tempo – prosegue Verini – la proposta vuole contribuire a risolvere il delicato tema delle querele temerarie, strumenti intimidatori in grado di condizionare le inchieste e la libera circolazione delle informazioni. Lo si è fatto introducendo una responsabilità civile aggravata a carico di colui che promuove un’azione risarcitoria priva di consistenza e quindi a scopo intimidatorio, prevedendo oltre al rimborso delle spese e al risarcimento a favore del convenuto, anche il pagamento di una somma determinata dal giudice in via equitativa”. “Questa norma – aggiunge il deputato – in particolare sortirebbe un duplice effetto: rappresentare un deterrente alla presentazione di domande pretestuose di risarcimento per danno alla persona nel corso dei procedimenti civili o penali; incrementare il gettito delle Casse ammende, seppur allo stato non quantificabile, da destinare alle finalità tese al recupero e al reinserimento dei detenuti nella vita sociale”. “Se approvata, questa riforma eliminando la pena detentiva e applicando le norme e sentenze europee sul tema, allineerebbero finalmente l’Italia all’Europa in tema di diffamazione a mezzo stampa, colmando il divario che da troppi anni il nostro Paese denuncia rispetto al resto dell’Unione. E se approvata sarebbe un segnale di vicinanza e sostegno al giornalismo d’inchiesta, che spesso viene svolto in contesti e condizioni pericolosi e intimidatori”, conclude Walter Verini.


Articolo pubblicato il giorno 27 Giugno 2018 - 09:39


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