E’ ufficiale il 2 luglio a Napoli, nella parrocchia Santa Maria di Montesanto, si terranno i funerali di Vincenzo Ruggiero, il giovane ucciso e fatto a pezzi ad Aversa il 7 luglio scorso e poi sepolto in un garage di Ponticelli. Un anno dopo il ritrovamento dei resti ci sarà dunque la sepoltura dello sfortunato commesso originario dei Quartieri Spagnoli commesso nei negozi di un noto brand napoletano.
Si dovrà aspettare il deposito dell’ultima perizia che avverrà a a metà giugno, poi sarà rilasciata la salma. La famiglia già ha stabilito la data dei funerali che si terranno nel quartiere dove è cresciuto Vincenzo e nella stessa chiesa dove era stato battezzato. “Finalmente potremmo dare una degna sepoltura a Vincenzo, è stato un anno difficilissimo” ha fatto sapere Maria Esposito, la madre di Vincenzo Ruggiero che, assistita dall’avvocato Luca Cerchia, ha continuato a battersi affinché si facesse luce sull’omicidio del figlio. Due settimane fa il pm Vittoria Petronella della Procura di Napoli Nord, competente per territorio, ha chiuso le indagini preliminari sul delitto. In carcere, accusato di omicidio premeditato e vilipendio di cadavere, un ex militare, Ciro Guarente, che avrebbe assassinato Ruggiero per gelosia, in quanto riteneva che la vittima avesse una relazione con la sua compagna, la transessuale Heven Grimaldi. Nel capo di imputazione contestato a Ruggiero sono raccontante tutte le fasi che hanno portato all’omicidio, ma soprattutto alla soppressione di cadavere. “E’ stato tranciato di netto in due parti con una accetta praticando un taglio all’altezza della terza-quarta vertebra lombare…amputava l’arto superiore destro e alcune dita della mano sinistra…praticava un profondo taglio lungo lo sterno in senso longitudinale e all’esito sistemava il cadavere cosi’ sezionato all’interno di un armadio vuoto adagiato orizzontalmente sul pavimento di un box all’interno dell’autolavaggio a mano e autorimessa”. La testa di Ruggiero non e’ stata mai ritrovata e il pm ipotizza che sia stata spappolata a colpi di fucile a pallettoni, circostanza “che l’avrebbe sminuzzata in piu’ parti”. Ma il vilipendio del cadavere, cosi’ come si legge nel capo di imputazione, continuo’. “Riempi’ il cadavere di acido cosi’ da far sciogliere gli organi interni. Poi alcuni giorno dopo torno’ a ricompattare cio’ che era rimasto per costruire, con il cemento a presa rapida, uno scalino”, scrive il pm. Con Guarente e’ imputato anche Francesco De Turris, pregiudicato del quartiere di Ponticelli, zona orientale di Napoli, dove fu ritrovato il cadavere sezionato. Sarebbe stato lui a fornire all’omicida la pistola, una calibro 7,65, con la quale uccise il giovane commesso sparando tre colpi “mentre era in ginocchio in senso di difesa per proteggersi dai colpi”. Una arma pagata 500 euro. L’uomo tento’ di coprire il rumore degli spari chiedendo a un altro complice di esplodere fuochi d’artificio mentre lui uccideva Vincenzo.
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