Aula affollata al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) per la prima udienza del processo che vede come imputato il sacerdote della Diocesi di Aversa Michele Barone – sospeso dal servizio – accusato di aver maltrattato e abusato sessualmente di almeno tre donne, tra cui una minore di 13 anni, durante sedute di preghiera e riti definiti esorcistici. Le vittime si sono costituite parti civili. Assente in aula don Barone. Al prete – tuttora in carcere – e’ contestata anche l’aggravante dello sfregio permanente, che avrebbe causato, nel corso dei riti, all’orecchio della minore. Con Barone sono imputati anche i genitori della 13enne, Cesare Tramontano e Lorenza Carangelo, che secondo la Procura diretta da Maria Antonietta Troncone sarebbero stati consapevoli e addirittura avrebbero permesso gli esorcismi irrituali sulla figlia, e il funzionario della Polizia di Stato Luigi Schettino, che avrebbe fatto pressioni sulla sorella della vittima minore affinche’ ritirasse una denuncia presentata contro il sacerdote, e non avrebbe inoltre impedito il compimento delle azioni violente. Don Michele Barone oggi non era presente in aula; il suo legale, Carlo Taormina, ha reiterato davanti al collegio presieduto da Maria Francica l’istanza di revoca della misura restrittiva, o in subordine la concessione dei domiciliari. “Questa stessa istanza – ha sottolineato Taormina – l’avevo gia’ presentata ad aprile al Gip e in due mesi non ho avuto risposta”.
Presenti in aula Schettino, ancora ai domiciliari (difeso da Carlo De Stavola), i genitori della piccola, attualmente liberi dopo un periodo passato agli arresti (assistiti da Giuseppe Stellato, Gennaro Ciero e Umberto Pappadia), e l’altra figlia della coppia, scortata da due agenti della Polizia di Stato, in quanto fu lei a presentare nell’ottobre 2017 al Commissariato di Chiaiano (Napoli) la prima denuncia in cui segnalava le violenze subite dalla sorella minore ad opera di don Michele. Appena l’hanno vista, i genitori imputati si sono abbracciati e la madre ha pianto; a loro carico c’e’ un divieto di avvicinarsi alla ragazza. Nel corso dell’udienza di oggi, l’avvocato Taormina ha presentato al collegio un’eccezione di incompetenza territoriale, spiegando che il foro competente non e’ Santa Maria Capua Vetere, ma Napoli Nord, visto che il reato piu’ grave, i maltrattamenti aggravati dallo sfregio permanente, sarebbe stato commesso nella cappella del Tempio di Casapesenna, dove don Barone prestava servizio e aveva il suo gruppo di preghiera, quasi una setta, lo ha definito la Procura. I pm – Aggiunto Alessandro Milita, e sostituto Alessandro Di Vico e DanielaPannone – si sono opposti. “La competenza e’ certamente del foro di Santa Maria Capua Vetere – ha detto Di Vico – visto che i maltrattamenti ai danni della minore si sono consumate nell’abitazione dei genitori, a Maddaloni, comune che ricade appunto nella circoscrizione di Santa Maria”. Il collegio decidera’ nell’udienza del 3 luglio prossimo. Della vicenda si occuparono anche “Le Iene”.
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