È già tornato in carcere Francesco De Martino, il ras del clan De Micco di Ponticelli, ferito l’altra sera con un colpo di pistola a un gluteo. L’uomo che era in permesso premio dal carcere di Secondigliano dove sta scontando una condanna per associazione camorristica, la mattina dell’agguato in cui è rimasto ferito era stato protagonista di un mancato agguato insieme con altri tre complici (tutti identificati e ricercati) ai dannii di Ciro Cerrato, 20enne ritenuto legato ai De Luca Bossa- Minichini. Solo la presenza della polizia che in quel momento lo stava controllando aveva evitato l’agguato. Gli agenti avevano riconosciuto sia De Martino sia Umberto Dello Iacolo che durante la fuga si erano tolti il cappuccio. Ma anche gli altri complici, tutti armati, cui uno con una mitraglietta. Il commando era stato denunciato in stato di irreperibilità per minacce e detenzione con porto di arma da fuoco in concorso. Inoltre per il padre di Antonio, presunto killer dei “Bodo” detenuto da novembre 2017, è stata messa nero su bianco l’ipotesi che sia pericoloso concedergli altri permessi per lasciare temporaneamente l’istituto penitenziario napoletano. I poliziotti stanno compiendo accertamenti a ritmo serrato per risalire agli autori del ferimento di Francesco De Martino. E’ chiaro il movente, la guerra di Ponticelli tra i “Bodo” e il raggruppamento anti De Micco, e in entrambi i casi un aiuto potrebbe arrivare da telecamere di video sorveglianza pubbliche e private. Anche il clan Casella sarebbe entrato nel maxi asse di malavita, con alleanze a San Giovanni a Teduccio e Barra, in contrasto con i De Micco“Bo- do”. E l’ultima novità investigativa e l’alleanza, come ricostruisce Il Roma, sarebbe il frutto di un accordo a tutto campo che ha riunito sotto un’unica bandiera i De Luca Bossa e i Minichini di Ponticelli, i Rinaldi e i Reale di San Giovanni a Teduccio e gli Aprea di Barra.
L’ asse di malavita è andato allo scontro, a colpi di “stesa” e con un agguato terminato con un ferimento, con i Mazzarella-D’Amico (“Gennarella”) a San Giovanni e i De Micco a Ponticelli. In quest’ultimo quartiere la resistenza dei “Bodo”, ridotti ai minimi termini da un punto di vista numerico con due successive operazioni della polizia, sarebbe ricominciata secondo gli investigatori con la presenza in zona di France-co De Martino e Umberto Dello Iacolo (al padre del quale fu bruciata l’autovettura alcuni mesi fa). L’altro ieri i clan hanno di nuovo dato fuoco alle polveri e forse solo l’intervento degli investigatori di Ponticelli ha evitato il peggio.
In ballo a Ponticelli c’è il controllo del territorio. Proprio il clan De Micco ha impiantato il sistema su larga scala, imponendo non più l’acquisto della sostanza stupefacente da questo o quell’altro. Per essere lasciati tranquilli i trafficanti bastava che pagassero la quota stabilita, organizzando poi a piacimento la vendita nelle varie zone del quartiere. Unica eccezione il Conocal, dove il clan D’Amico operava attraverso propri pusher.
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