E’ morto il procuratore aggiunto di Napoli, Filippo Beatrice, 59 anni, coordinatore della Dda del capoluogo campano. Il magistrato, malato da tempo, e’ stato, con il collega Giuseppe Narducci, titolare delle indagini su Calciopoli, e, per un periodo, sostituto presso la Direzione nazionale antimafia. Beatrice si e’ occupato di importanti inchieste anticamorra, concentrate soprattutto sui clan che agiscono sul territorio della citta’ di Napoli. “E’ stato un maestro – ha detto in plenum il togato di Area, Antonello Ardituro, ex pm di Napoli, con grande commozione – uno dei migliori magistrati italiani”. Una “persona di grandissima umanita’ e di una professionalita’ straordinaria”, ha aggiunto il togato di Unicost Francesco Cananzi, secondo il quale Beatrice e’ stato “un modello di sobrieta'”. Dall’intero Csm, come ha sottolineato il vicepresidente Giovanni Legnini, sono state espresse condoglianze alla famiglia. Numerosi anche i messaggi di cordoglio sulle mailing list delle toghe.
La notizia della morte del procuratore aggiunto di Napoli Filippo Beatrice, 59 anni, coordinatore della Direzione distrettuale antimafia, e’ stata data nel corso dei lavori del plenum del Csm dal consigliere togato Antonello Ardituro, che con lui ha lavorato alla procura di Napoli. “Stamattina – ha detto Ardituro – abbiamo perso un magistrato che e’ stato un amico e, per me, anche un maestro. Lo ritengo uno dei migliori magistrati italiani e una persona straordinaria dal punto di vista umano. A molti poco noto perche’ non aveva bisogno di procurarsi vetrine ma e’ stato l’anima negli ultimi trent’anni della procura di Napoli. Una magistrato di grande carisma e un fratello maggiore”. Al cordoglio si e’ associato il vicepresidente Giovanni Legni: “Inviamo a nome dell’intero Plenum le piu’ sentite condoglianze alla famiglia e all’intera procura napoletana Cananzi”. “Oggi – ha detto il consigliere togato Francesco Cananzi – e’ mancato un modello per la magistratura italiana, un modello di grande sobrieta’, un magistrato che godeva della stima indiscussa da parte di tutti i colleghi. Oggi il Csm e’ vicino alla moglie, che e’ una collega, e ai figli”.
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